Agenpress. “Avanti con le intese siglate, poi ritengo che ci sia spazio per accordi ragionevoli” e il primo a sollecitare il precedente governo a dotare il Paese di una legge di cornice sull’autonomia “fui io, ma è stato perso inutilmente quasi un anno e mezzo anche su questo punto”.
Lo afferma Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna.
Bonaccini è quindi d’accordo con l’idea di una legge cornice ma “servono tempi certi e ragionevoli, non può diventare un alibi per azzerare il percorso fatto da alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, che hanno condotto un confronto e un approfondimento molto dettagliato sulle singole funzioni”.
Quindi Bonaccini evidenzia come “una cornice, se è tale, fissa limiti, criteri e obiettivi. Poi la definizione concreta dei livelli essenziali di prestazione richiederà più tempo e ad essa potranno successivamente adeguarsi le intese che intanto potranno partire. Ritengo sarebbe un ragionevole compromesso”.
E rispetto ai bilanciamenti economici territoriali, per Bonaccini “si tratta di capire come verranno assegnate e gestite le risorse. Che i servizi vadano assicurati anche nei territori dove sono assenti o carenti mi pare sacrosanto. Così come mi pare inaccettabile alimentare sacche di sprechi e inefficienze. Credo quindi che occorrano anche criteri di premialità per chi sa spendere bene e in tempi certi”.
Per quanto riguarda la scuola, l’Emilia-Romagna “non ha mai chiesto né la regionalizzazione dei concorsi né la contrattualizzazione degli insegnanti. Abbiamo invece posto il problema della programmazione dei fabbisogni. E, con ragionevolezza, possono essere messi anche vincoli e incentivi sia per assicurare la continuità delle permanenze, sia per assicurare il personale ai territori e agli istituti più complessi”.
“Se l’iter iniziato con il premier Gentiloni venisse bloccato agiremo di conseguenza. – afferma il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana – Faremo da soli una nostra legge regionale sulla scuola. Partiremo da qui. È inconcepibile che non possiamo tutelare la continuità scolastica dei nostri ragazzi. Per colpa delle leggi nazionali apriamo l’anno scolastico con 14mila cattedre vacanti. E questo solo per dirne una. Poi pensiamo alla Sanità: siamo a posto con i conti ma non possiamo assumere, ma aumentiamo le performance visto che dal Sud arrivano pazienti per curarsi qui. Vi sembra possibile?”.
Per Fontana “l’idea che l’autonomia possa arrivare solo dopo un riequilibrio Nord-Sud non ha senso, sono due cose che possono convivere perché non si tolgono risorse al Sud». Poi, guardando le risorse che la Lombardia gestisce, viene sottolineato che la spesa pro capite per cittadino è qui pari a 2.733 euro, mentre la media nazionale è di 3.854 euro, “il che vuol dire che se prendiamo la Lombardia come riferimento risparmieremmo, ma con maggiore efficenza”.
In merito ad una legge approvata dal Parlamento che, come ha spiegato il ministro Boccia, potrebbe essere emendabile, Fontana dice: “non ha senso, cosa c’entra il Parlamento? È un organo terzo. L’intesa è stata fatta tra le Regioni e il Governo, con gli emendamenti potrebbe venire fuori una cosa diversa. Il Parlamento dica si o no, ma non entri nel merito”.
Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, evidenzia come “in tre mesi è impossibile arrivare a quantificare i fabbisogni standard, il tema rischia di portare ad un rinvio sine die. L’autonomia che vogliamo va di pari passo con rispetto dell’unità nazionale e solidarietà tra le regioni”.
Per Luca Zaia, presidente della regione Veneto, bisogna definire subito i nuovi livelli di prestazione: “Basta che quella dei Lep, i livelli essenziali di prestazione, non diventi una scusa per allungare il brodo”.