Agenpress – Una delegazione di monarchici campani sabaudi, nel 40esimo anniversario della morte del Maestro Peppino De Filippo, dopo la preghiera hanno deposto un omaggio floreale sulla tomba presso la Cappella di Famiglia nel cimitero comunale monumentale Campo Verano a Roma.
Peppino De Filippo morì il 26 gennaio 1980 a Roma. Era nato a Napoli il 24 agosto 1903, Peppino De Filippo fu il terzo dei tre figli illegittimi nati in un appartamento di via Giovanni Bausan, da Luisa De Filippo ed Eduardo Scarpetta.
Così come Eduardo anche Peppino non ebbe un rapporto facile con il padre, che era costretto a chiamare zio, a differenza di Titina che invece era la prediletta. dopo che la famiglia si era trasferita a Roma, Peppino fu ammesso a recitare nella compagnia di Scarpetta, fin quando non ne fondò una propria, assieme ai fratelli Eduardo e Titina.
L’esordio cinematografico di Peppino risale al 1932.
Assieme a Eduardo scrisse la sua prima commedia, l’atto unico ‘Prova generale’, ma la sua comicità spontanea e impacciata lo portò ad un contrasto con il fratello, e poi anche con Titina, e lo spinse a staccarsi dalla compagnia, fondandone una propria nel 1945, nella quale fu poi affiancato anche dal figlio Luigi. Il dissidio tra Peppino ed Eduardo, a causa del carattere duro ed autoritario di quest’ultimo, durò a lungo, appena addolcito dalla mediazione di Titina, tanto che i due si riconcilieranno solo molti anni dopo, durante la malattia di Peppino.
La popolarità di Peppino De Filippo è indubbiamente legata al cinema e soprattutto alla collaborazione con Totò. La critica, che fu durissima con Totò, non fu ovviamente da meno nei confronti di Peppino, che ricevette l’unico Nastro d’argento come attore non protagonista, per ‘Totò Peppino e i fuorilegge’, nel 1956.
Sebbene impegnato nel cinema a ritmi frenetici egli non abbandonò mai il palcoscenico; acquistò infatti una casa-teatro a Roma occupandosi anche della gestione del teatro delle Arti dal 1959 al 1969, e compiendo lunghe tournèe in giro per il mondo: nel 1956 fu in Sud America e in Spagna e nel 1963 a Parigi, dove riceve il premio della critica del Thèatre des Nations.
Nel 1964 fu poi ospite a Londra per la World Theatre Season all’Aldwich Theatre e, dal ’65 al ’69, viaggiò tra Praga, Varsavia, Unione Sovietica, Jugoslavia, Svizzera, Portogallo, Spagna, Francia. Il grande Federico Fellini, che lo volle per il film “Luci del varietà” (1951) e per un episodio di “Boccaccio ’70” (1962) disse di lui “Peppino è stato senza dubbio una delle maschere più pure ed entusiasmanti della grande barca dei comici che era la Commedia dell’arte; un capocomico surreale e imprevedibile che qualsiasi teatro del mondo ci poteva invidiare tanto era particolare e seducente”
Il Maestro Peppino De Filippo, fu fedele alla Patria, portò alto il nome della Patria nel mondo, per i suoi grandi meriti artistici Umberto II, Re d’ Italia dall’esilio lo volle insignire di una alta onorificenza.
Gr. Uff. Rodolfo