Coronavirus. Il lockdown “costa” circa 47 mld al mese, 37 “persi” al Centro-Nord, 10 al Sud

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Agenpress – La straordinarietà della dimensione del lockdown si legge nella quota di impianti
“fermi”: la SVIMEZ ne stima più di 5 su 10 in Italia. Nella media nazionale, senza
considerare i settori dell’Agricoltura, le Attività finanziarie e assicurative e la Pubblica
Amministrazione, crollano del 50% fatturato, valore aggiunto e occupazione. Il blocco
colpisce duramente, sia pure con diversa intensità, indistintamente l’industria, le
costruzioni, i servizi, il commercio.

A livello territoriale, sono più interessate le regioni
del Nord soprattutto in termini di valore aggiunto (49,1%, circa 6 punti percentuali in
più rispetto al Centro e al Mezzogiorno). In termini di occupati interessati la forbice si
annulla tra Nord e Sud: 53,3% nel Nord, 51,1% al Centro e 53,2% nel Mezzogiorno.

In
termini di unità locali, le differenze territoriali si ribaltano, segno di una maggiore
parcellizzazione del tessuto produttivo nel Mezzogiorno dove le unità locali interessate
dal lockdown raggiungono il 59,2% a fronte del 56,7 e del 57,2% rispettivamente nel
Centro e nel Nord.

La SVIMEZ stima che un mese di lockdown “costa” 47 miliardi di
euro (il 3,1% del Pil italiano), 37 dei quali “persi” al Nord, 10 nel Mezzogiorno. Si tratta
di 788 euro pro capite al mese nella media italiana, 951 euro al Centro-Nord contro i 473
al Sud.

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