Agenpress – Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, sono stati gli uomini delle Fiamme Gialle.
Gli arresti domiciliari dei tre commercialisti vicini alla Lega mettono un punto fermo nell’inchiesta della Procura di Milano con al centro la presunta compravendita a prezzo gonfiato di un immobile a Cormano, nel milanese, per la partecipata regionale Lombardia Film Commission.
Si tratta di Michele Scillieri, nel cui studio milanese a fine 2107 è stato registrato e domiciliato il movimento “Lega per Salvini premier”, Alberto Di Rubba, ex presidente della Fondazione Lfc ed ex revisore dei conti del Carroccio alla Camera, Andrea Manzoni, altro professionista di fiducia e Fabio Giuseppe Barbarossa, cognato di Scilieri.
Questo ultimo, secondo l’accusa, avrebbe avuto un ruolo di consulente nell’operazione che per il pm Stefano Civardi e l’aggiunto Eugenio Fusco, avrebbe drenato fondi pubblici per circa 800mila euro – la Regione Lombardia ai tempi guidata da Roberto Maroni aveva stanziato per la sua partecipata un milione – dispersi poi in vari rivoli di cui si sta cercando di capire su quali società e su quali conti siano rimbalzati e dove siano effettivamente finiti.
I militari del nucleo di polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giulio Fanales con cui sono stati posti ai domiciliari i tre professionisti e una quarta persona già indagati a vario titolo per peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Nell’inchiesta, che corre in parallelo con quella genovese sui 49 milioni di euro spariti, a luglio era stato fermato e poi arrestato Luca Sostegni, 62 anni, ritenuto il prestanome dei tre professionisti accusato anche di estorsione in procinto di fuggire all’estero.
Come si evince dalle imputazioni Scilieri (con il cognato risponde anche del reato tributario) sarebbe stato l’amministratore di fatto della Paloschi srl, la società che ha ceduto l’immobile ad Andromeda per 400mila euro e che a sua volta è stato acquisito da Lombardia Film Commission al doppio proprio, secondo l’ipotesi, per drenare denaro pubblico.
L’inchiesta , nell’ambito della quale la scorsa settimana è stato interrogato Manzoni e per domani mattina era atteso dai pm Di Rubba, punta ad approfondire dove sia finita parte della “provvista” dello “schema illecito”, tra cui i 250mila euro passati sui conti della fiduciaria Fidirev, e se siano state messe in piedi altre operazioni e col sospetto di ‘fondi neri’.
Nel corso degli accertamenti di inquirenti e investigatori sono venute a galla strutture societarie “complesse”, messe in piedi da Di Rubba e Manzoni, e attraverso le quali ci sarebbero stati trasferimenti di denaro verso la Svizzera e inoltre dalla deposizione ai pm dell’ex direttore di una banca a Seriate (Bergamo) è emerso che i due commercialisti, a cui sono riconducibili numerose società, avrebbero chiesto di aprire “conti” intestati ad “associazioni regionali” del Carroccio, articolazioni territoriali del partito, cosa che però non andò in porto.
L’operazione delle Fiamme Gialle, che hanno effettuato anche perquisizioni, in serata era ancora in corso. La Lega, tramite l’ufficio stampa del gruppo del Senato, ha fatto sapere: “Assolutamente tranquilli, finirà in nulla come tante altre inchieste che cercavano soldi in Russia, in Svizzera o in giro per il mondo che non c’erano”.