Si torna a parlare di un esecutivo pronto a dissotterrare l’ascia di guerra della revoca della concessione ai Benetton che lo porta dritto dritto davanti alla Corte di giustizia europea e che lo vedrebbe soccombente. Per non parlare dei contenziosi che si aprirebbero legati ai maxi indennizzi. Visto che i negoziatori si sono rivelati inadeguati non resta che l’intervento di Conte: chiami i Benetton e chiuda lui. Altrimenti non arriverà Cdp ma un fondo estero
AgenPress. Nessuno potrà mai accusarci di non avere bocciato senza appello la gestione dei Benetton della rete autostradale italiana. Abbiamo detto in modo chiarissimo che il management scelto dalla famiglia di Ponzano Veneto – al di là degli esiti giudiziari delle vicende di Avellino e di Genova rispetto alle quali da garantisti incalliti quali siamo attendiamo il giudizio definitivo – si è rivelato inadeguato perché ha dimostrato una spiccata propensione a massimizzare i profitti della rendita pubblica tariffaria e una altrettanto spiccata propensione a ridurre al minimo indispensabile gli investimenti in sicurezza.
Così come non ci stancheremo mai di ripetere che le responsabilità della politica che ha voluto/consentito contratti di concessione così favorevoli al concessionario privato sono rilevanti e alimentano i peggiori sospetti. Così come, elemento ancora più significativo, sono abnormi, di sicuro superiori a qualunque altro attore coinvolto in queste vicende, le colpe e le inadempienze di quei funzionari pubblici preposti ai controlli sulla sicurezza e sull’attuazione degli investimenti concordati e/o necessari. Che sono ancora lì e di cui nessuno parla.
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