AgenPress. Pur di non riconoscere i diritti di cittadinanza violati delle donne e degli uomini del Sud da oltre dieci anni in qua, si arriva a esporre l’Italia a una specie di rischio Grecia (avere falsificato i bilanci) mettendo in dubbio la trasparenza e la correttezza dei numeri dei Conti pubblici territoriali della Repubblica italiana.
Li riproduciamo alle pagine II e III nella edizione più aggiornata (2018) e vi affidiamo alla lettura di Fabrizio Galimberti. Per capire di che cosa si tratta basti pensare che un cittadino emiliano-romagnolo per reti e infrastrutture riceve pro capite 2.069 euro e un cittadino campano 731. Per la sanità sempre pro capite a un cittadino lombardo vanno 2.533 euro e a un cittadino calabrese 1.547.
Si è arrivati a mettere in dubbio la terzietà dei Conti Pubblici Territoriali (CPT) e dell’Agenzia di Coesione perché i suoi dati non coincidono con quelli dell’Istat benché siano pubbliche le metodologie condivise (si veda sempre Galimberti e i link citati alle pagine II e III) e evidentissime le ragioni della diversità. Che risiedono in obiettivi e finalità differenti delle due rilevazioni.
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