AgenPress. La Commissione Giustizia del Senato si è riunita il 23 ottobre per esaminare le proposte legislative di maggioranza e opposizione in tema di riforma della magistratura onoraria. Così, letteralmente, riporta il resoconto della seduta:
“La relatrice VALENTE (PD) precisa i termini della proposta legislativa, replicando alle osservazioni del senatore Caliendo: c’è la necessità di ridimensionare il ruolo dei giudici onorari uscendo dalla logica emergenziale che ha caratterizzato gli ultimi decenni e ponendo finalmente i termini della questione in maniera chiara ed esplicita anche per coloro che in futuro intendano approcciarsi a questa professione. Occorre contenere l’impatto economico della riforma, soprattutto per i magistrati applicati all’ufficio del processo; ricorda l’obiettivo di evitare la sperequazione economica tra soggetti appartenenti alla medesima categoria; precisa poi nel dettaglio le varie voci del trattamento economico, spiegando le differenze di trattamento economico -tra il vecchio e il nuovo regime- sulla scorta delle funzioni svolte.”.
Qualsiasi magistrato onorario che abbia letto il resoconto, si sarà ritrovato nei panni di Nanni Moretti che, assistendo al confronto televisivo tra Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, supplicava quest’ultimo esclamando “…di’ qualcosa di sinistra!”.
La Senatrice Valeria Valente purtroppo ha parlato, e ha detto cose che sono tutt’altro che di sinistra. Non intendiamo certo ergerci a sostenitori di ideologie riconducibili a questo o a quel partito politico –il ruolo di magistrato è a nostro avviso incompatibile con simili esternazioni– ma assistere alla dichiarazione, claris verbis, di voler “ridimensionare” una intera categoria (quella dei magistrati onorari di vecchio “conio”) avrebbe certamente creato non poco imbarazzo negli esponenti della sinistra, sia quella storica che quella più aperta al mondo delle professioni.
C’è la necessità di ridimensionare i ruoli dei giudici onorari? Sono già pronti 5.000 magistrati professionali che possano prendere subito il nostro posto? Da dove origina questo desiderio di pulizia etnica rispetto a professionisti che da oltre 20 anni, con indennità ridicole, contribuiscono a rendere efficienti gli Uffici Giudiziari?
Sapete, in Commissione Giustizia, come si reggono i traballanti tribunali italiani? Ve lo diciamo noi : con l’apporto di migliaia di magistrati onorari che lavorano fianco a fianco coi giudici togati, con corposi ruoli autonomi o delegati, partecipando ai collegi, scrivendo sentenze, ordinanze e altri atti gratis, spesso a casa, nei giorni festivi o nel weekend che dovrebbero dedicare al riposo e alla famiglia, o sottraendo tempo ad altre attività.
Sapete, in Commissione Giustizia, cosa accadrebbe se per “uscire dalla logica emergenziale” noi magistrati onorari all’improvviso sparissimo? L’edificio della Giustizia collasserebbe. Ce lo dicono (naturalmente non in pubblico) tanti avvocati, e lo dicono continuamente tutti i parlamentari, di ogni area e partito.
Del Covid, che miete vittime tra i colleghi, pone in pericolo ciascuno di noi, e ci costringe a sfidare la sorte e a tenere udienza perché in caso di quarantena, malattia o sospensione dell’attività (lockdown) restiamo senza paga, neanche una parola. Neppure una minima attenzione per questi servitori dello Stato, nei tanti decreti d’urgenza emanati in questi mesi.
Dai lavori della Commissione non emerge alcuna consapevolezza dell’ingiustizia e del dramma. Risulta invece chiaro che, trascurando anche gli interessi della Giustizia e dei cittadini che si rivolgono ai tribunali per tutelare i propri diritti, i Senatori o almeno la maggioranza di Governo ritiene che i magistrati onorari in servizio siano soggetti sacrificabili e che, messo a tacere il molesto strepitare delle associazioni, si possano spazzare i nostri resti polverizzati sotto il tappeto, e vivere tutti felici e contenti.
In spregio alle lodi ripetute anche dal Ministro Bonafede (“la magistratura onoraria è il pilastro della Giustizia!”) le due relatrici del testo unificato ritengono evidentemente che si tratti di pilastri abusivi, e sono pronte a firmare l’ordinanza di demolizione.
Alla Senatrice Valente facciamo poi osservare che oltre a non dire cose di sinistra, non dice neppure cose europeiste.
Ci aspettavamo che dopo la sentenza “UX” dalla Corte di Giustizia Europea del 16 luglio scorso -che ha riconosciuto ai magistrati onorari italiani lo status di giudici europei e di lavoratori subordinati a tempo determinato- si aprisse un dibattito serio sul nuovo paradigma da assumere nei confronti di questi professionisti. Invece nulla. Dai Palazzi del potere non è uscito neanche un sussurro o uno spiffero, non c’è stata nessuna presa d’atto della palese incostituzionalità dell’attuale normativa e di tutti i disegni di legge depositati in Senato, nessuna ammissione di dover ormai rivedere l’intero impianto della riforma. La maggioranza intende andare avanti come un treno, travolgendo ogni fondata obiezione che venga sollevata, perché vuole che la legge passi così com’è, iniqua, obsoleta, superata, illegittima, in antitesi con la Costituzione e con il diritto comunitario.
Ci tocca constatare, dolorosamente, che non c’è nessuna forza politica che una volta al Governo abbia riconosciuto con i fatti che quella dei magistrati onorari è una battaglia di civiltà e di diritti, o che almeno una volta abbia pianto per noi in un Consiglio dei Ministri.
Su questa battaglia, fiduciosi di essere nel giusto, noi non cederemo mai. La storia ci insegna che le società, sia pur faticosamente, superando ostacoli che apparivano insormontabili, evolvono verso il progresso e il riconoscimento dei diritti. E l’articolo uno della Costituzione Italiana ci ricorda che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul Lavoro, non sul volontariato coatto.
AssoGOT (Associazione Giudici Onorari di Tribunale)