AgenPress – Un gommone che affonda, centinaia di migranti che finiscono in acqua. Tra loro anche alcuni bambini e un neonato. E i volontari della Ong spagnola Open Arms, l’unica ormai non sotto sequestro, che si buttano in mare cercando di salvare quante più vite possibili. E’ di cinque morti il bilancio, ancora provvisorio della tragedia.
Sono foto e immagini drammatiche quelle che arrivano dal Mediterraneo dove l’operazione di soccorso è ancora in atto. “Naufragio. I nostri soccorritori sono in acqua tentando di recuperare circa 100 persone tra cui bambini e un neonato. L’imbarcazione ha ceduto, è quello che accade quando si abbandonano per giorni le persone in mare. Continuiamo”, scrive su Twitter Open arms.
“Ecco cosa succede quando vengono abbandonati in mare”, scrive l’ong diffondendo un video in cui si vedono decine di migranti in mare, la maggior parte attaccati a quel che resta del gommone su cui viaggiavano e con indosso il giubbotto di salvataggio. Altre sono invece appoggiati a due grandi galleggianti di salvataggio lanciati in acqua dai soccorritori mentre alcuni, più isolati, sono distanti qualche decina di metri dai resti dell’imbarcazione. I volontari di Open Arms stanno operando con due Rhib, i gommoni di salvataggio utilizzati proprio per raggiungere più velocemente possibile le imbarcazioni dei migranti in difficoltà ed effettuare i soccorsi in mare.
“Stiamo terminando il soccorso, sono 5 le persone decedute per ora, i bambini sono a bordo”, scrive su twitter la Ong Open Arms che questa mattina ha soccorso un gommone naufragato nel Mediterraneo centrale con a bordo un centinaio di persone. “L’equipe medica – aggiunge la Ong – sta assistendo tutte le persone tratte in salvo”.
“Stiamo terminando il soccorso delle circa 100 persone che sono finite in acqua dopo che si è sfondato il fondo del gommone su cui si trovavano da un paio di giorni” dice in un video il presidente di Open Arms italia Riccardo Gatti sottolineando che in questo momento la Ong sta operando “da sola. Possiamo contare solo sui nostri mezzi, che sono 2 lance rapide e sei soccorritori”. Il numero delle vittime totali “ancora non lo sappiamo, stiamo andando avanti con i soccorsi” prosegue Gatti, che poi aggiunge: questo ennesimo naufragio “dimostra come sia necessaria prima di tutto un’operazione congiunta in mare da parte dei governi dell’Unione europea e l’apertura di corridoi umanitari”.