AgenPress – “A me sembra un modo per dire che la pubblica amministrazione italiana non funziona e che non è in grado di gestire un programma di questo tipo. E allora viene da chiedersi: cosa ci sta a fare il governo, se non è in grado di far funzionare bene la pubblica amministrazione?”.
Lo dice l’economista Carlo Cottarelli, in un’intervista al quotidiano online Tpi, sulla elaborazione del Recovery plan italiano, “Piano nazionale di ripresa e resilienza” da sottoporre poi alla Commissione europea per poter accedere ai circa 209 miliardi di euro del Recovery Fund. Ci sarà una cabina di regia politica composta dallo stesso Conte e dai ministri Roberto Gualtieri (Econonomi, Pd) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico, M5S) affiancata da una sorta di comitato esecutivo di cui faranno parte sei manager – uno per ciascuna delle linee guida portanti del Piano – che a loro volta dovranno coordinare 300 tecnici, riporta Tpi.
“Di sicuro avrebbe avuto più senso lasciare la preparazione e l’attuazione del programma ai ministeri e poi creare, magari presso la Presidenza del Consiglio, una struttura di controllo che verifica che il lavoro prosegua. Fra l’altro, così si crea anche un problema pratico”.
“Questa struttura come dovrebbe relazionarsi con i ministeri? Chi decide? E ancora: chi sono questi 300 esperti? Arrivano dalla pubblica amministrazione o sono nuovi assunti?”, ha sottolineato Cottarelli, spiegando come con la creazione di una nuova struttura “i tempi potrebbero allungarsi”.
“Ribadisco: avranno considerato forse che i ministeri non sono in grado di fare quel che dovrebbero fare i ministeri. Ma, se così fosse, sarebbe preoccupante. E sarebbe ancora più preoccupante il fatto che il governo non si preoccupi di far funzionare i ministeri”.