AgenPress – “Autoreferenzialità e impazienza hanno contrassegnato sino ad oggi le discussioni e le azioni sull’apertura delle scuole. I finanziamenti per implementare i trasporti sono stati approvati con molto ritardo, la burocrazia dei ministeri e quella delle regioni sono ancora alle prese con bandi e assegnazioni alle ditte, con esiti che non vedranno la luce in tempi brevi. Le regioni virtuose come la Toscana apriranno i battenti al 50% per gli alunni della secondaria, ma con molte preoccupazioni e investimenti importanti (4 mln dal bilancio regionale)”.
Così la segretaria Cisl Scuola, Maddalena Gissi. “Nel frattempo serpeggia l’idea che comunque il contagio possa essere alimentato dalla ripresa delle attività didattiche in presenza e questo provoca disagio e molta ansia tra le famiglie e il personale. Se invece di discutere e di chiudersi nelle stanze dei bottoni si cominciasse a ragionare con buon senso, forse si potrebbe far partire una campagna vaccinale in grado di intercettare chi a scuola c’è, valutando di avviare anche una ricerca più mirata degli asintomatici tra gli studenti. Se viviamo in un Paese in crisi pandemica, non mancheranno gli strumenti normativi; c’è un DPCM in vista per il rinnovo dello stato di emergenza, si decida con serietà e fermezza quello che serve per la ripresa.
I contatti sono giornalieri, perché non hanno mai chiuso le scuole dell’infanzia e la primaria, le medie hanno avuto alcune interruzioni in qualche regione, ma sono in servizio normalmente con adolescenti che circolano per paesi e città.
Il secondo grado deve rientrare in classe il più possibile protetto e senza l’ansia del contagio; oggi ci sono già molti docenti che operano nei laboratori o con i ragazzi disabili. In un piano programmato per tempo e seriamente, tutti i professori e il personale che sistematicamente viene a contatto con gli studenti dev’essere coperto da misure anticontagio come il vaccino.
Non possiamo perdere altro tempo: sono più di trecentomila i docenti che superano i 55 anni e tra quarantene e isolamenti fiduciari in attesa di fantomatici tamponi, il tempo scuola è instabile e rarefatto. Il 23 dicembre la Conferenza Stato regioni e il Ministero di viale Trastevere hanno sottoscritto un’intesa. A cosa è servita? Non c’è nulla di operativo anche perché il personale della sanità è sempre lo stesso, anzi è ancora più sotto stress.
Se si ritiene possibile una corsia preferenziale di vaccinazione per il personale della scuola, si parta subito con una seria programmazione. L’87% dei docenti si è detto disponibile a vaccinarsi. Vedendo le immagini delle lunghe file di operatori sanitari in attesa del proprio turno per sottoporsi alla vaccinazione, tornano alla mente i ritardi che abbiamo avuto a fine agosto per lo screening preventivo rivolto a tutto il personale scolastico.
La Cisl Scuola non intende assistere inerte all’ignavia che la politica sta dimostrando in ogni sua azione: se la scuola è importante, ora è arrivato il momento di dimostrarlo!
#vacciniamolascuola e facciamo tornare il sorriso ai nostri studenti!”