Orsi Trentino. Ispra, “l’abbattimento potrà essere un’opzione necessaria e inevitabile”

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AgenPress – E’ stato diffuso in questi giorni un nuovo rapporto sugli orsi in Trentino e nelle Alpi centrali, redatto da Ispra con il supporto del Muse, che segue alle Linee guida sulla materia preadottate dalla Giunta provinciale nelle scorse settimane, in attuazione della legge 9/18, confermandone gran parte dei contenuti. Il rapporto sottolinea innanzitutto che nei prossimi anni il numero di orsi presenti in Trentino è destinato grosso modo a raddoppiare.

Nonostante tutte le misure di prevenzione e dissuasione che, doverosamente, si continueranno ad adottare, per evitare l’insorgere di eventi pericolosi per l’uomo, si prevede che nella popolazione di plantigradi trentina, analogamente a quanto si registra anche altrove, vi saranno degli esemplari problematici, in media circa 1 all’anno. E’ importante, quindi sapere come gestirli. Il rapporto spiega che l’abbattimento potrà essere un’opzione necessaria e inevitabile. La cattura e la captivazione degli esemplari problematici, al contrario, potrebbe diventare nel prossimo futuro insostenibile.

 La parte centrale del documento è riferita alla gestione delle emergenze e dunque alla gestione degli orsi problematici; in essa vengono analizzate le potenzialità ed i limiti di azioni quali la prevenzione, la dissuasione e la radiocollarizzazione. Infine vengono definiti i criteri di riferimento per la rimozione mediante abbattimento degli esemplari la cui presenza non è compatibile con le attività dell’uomo in base agli standard dettati dal Pacobace. Le Linee guida erano state inviate nei primi giorni di gennaio ad Ispra stessa, che per l’elaborazione del suo rapporto ha raccolto, analizzato e validato in modo rigoroso tutti i dati disponibili forniti dalla Provincia sulla popolazione di orso bruno delle Alpi centrali e sugli individui problematici relativi al periodo 2009-2019 (2005-2019 per quanto riguarda gli orsi che hanno mostrato comportamenti pericolosi).

La prima evidenza che emerge dallo studio riguarda l’esistenza in tutte le popolazioni di orso, inclusa quella delle Alpi centrali, di una piccola proporzione di esemplari responsabili della maggior parte dei conflitti con l’uomo, e un numero ancora più limitato, di orsi potenzialmente pericolosi; la restante gran parte della popolazione raramente entra in contatto con l’uomo. In Trentino in 20 anni è emersa la presenza di 19 orsi classificabili particolarmente problematici in base ai comportamenti indicati nel Pacobace; nella maggior parte dei casi è stato possibile gestire le problematiche emerse senza dover rimuovere gli esemplari coinvolti.

Confermando di fatto il contenuto delle le linee guida provinciali, Ispra prevede  che il numero di orsi che in futuro potrebbero manifestare comportamenti problematici  è di almeno 1 all’anno. Risulta pertanto essenziale e prioritario continuare con  gli sforzi per prevenire l’insorgenza di comportamenti potenzialmente pericolosi ed il verificarsi di condizioni di rischio. In particolare si dovrà ridurre  ulteriormente la probabilità di condizionamento alimentare e di avvicinamento a centri abitati e altre strutture umane, tramite la diffusione dei cassonetti per i rifiuti anti-orso, l’attenta gestione degli scarti dei ristoranti in tutte le aree di presenza, le iniziative di comunicazione e informazione rivolte sia ai residenti che ai turisti e così via.

Tutti questi sforzi, pur necessari e prioritari, non possono tuttavia escludere l’insorgenza nei prossimi anni di circa un animale all’anno con comportamenti pericolosi, che potrebbe richiedere la rimozione nei casi in cui le altre azioni previste (già contenute nelle linee guida provinciali e nel Pacobace) si rivelassero inefficaci. La cattura e la captivazione degli individui  problematici, potrebbe diventare invece insostenibile, per ragioni riguardati non solo i costi elevati ma soprattutto la criticità del benessere degli animali e l’impossibilità in futuro di procedere ad una loro rimessa in libertà.

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