AgenPress. “Il trojan è uno strumento che lede lo stato di diritto, è una spia invisibile che si insinua subdola nella vita degli altri e che carpisce informazioni fotografie spostamenti e funge da microfono a distanza.
Il trojan non dà alcuna garanzia di precisione giuridica – trascrizioni fatte male, parole mal comprese – come dimostra la vicenda PALAMARA ma dà un’unica certezza: l’invasività.
Ecco un grande Paese come l’Italia non può accettare di trasformare i cittadini da presunti innocenti a presunti colpevoli. L’Europa fortunatamente lo sa e ha già fatto pervenire la propria voce di dissensò rispetto alle modalità di utilizzo delle intercettazioni”