AgenPress – Il pm di Locri Michele Permunian ha chiesto sette anni e undici mesi di reclusione a carico dell’ex sindaco di Riace Domenico detto “Mimmo” Lucano, accusato nel processo “Xenia” di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel centro della Locride che era divenuto famoso in tutto il mondo proprio per le politiche sui migranti portate avanti.
Per la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun, il pm ha chiesto 4 anni e 4 mesi. L’accusa ha poi chiesto tre assoluzioni e per gli altri imputati condanne pene da un minimo di 6 mesi a un massimo 7 anni e 11 mesi. Nella sua requisitoria il pm ha sostenuto tra l’altro che “è stata smentita la tesi difensiva che parlava di processo ‘politico’”.
Il ministero dell’Interno, tramite l’avvocatura dello Stato, ha chiesto un risarcimento danni da 10 milioni agli imputati tra i quali figura l’ex sindaco. Il legale del ministero, intervenuto dopo la requisitoria del pm, ha chiesto una provvisionale di 2 milioni di euro.
Non si è fatta attendere la replica del diretto interessato per il quale “la richiesta così alta è l’ennesima dimostrazione che Riace e il modello che avevamo realizzato fanno paura. È stato un ideale politico che vogliono distruggere. Non è un caso che comincia tutto nel 2016 quando l’area progressista apre le porte alla criminalizzazione della solidarietà in Italia e in Europa. Dopo arriva Salvini e completa l’opera. Non è nemmeno un caso che oggi a Riace l’accoglienza ancora resiste e la mission continua senza fondi pubblici e tra mille difficolta. Questa è la risposta più forte. Oggi è stata la giornata della Procura. Ma l’ultimo capitolo si deve ancora scrivere”.
“Alcune accuse – è il commento di Lucano, che non era presente in aula, subito dopo la fine della requisitoria del pm – sono completamente inventate. Il profilo che hanno tratteggiato non corrisponde al mio. Non sono io quello che vogliono fare passare”. “Per me – prosegue – la politica è un ideale. Io ho solo creduto in un ideale. Ogni passo che ho fatto ha avuto queste motivazioni, per il riscatto delle persone che arrivano a Riace. La Procura insiste che io ho avuto motivazioni politiche legate a candidature. Quello che non dice il pm è che io non mi sono mai candidato se non al Comune di Riace rifiutando proposte come quella al Parlamento europeo, alle politiche e alle regionali.