AgenPress. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulle prospettive legate alla pandemia. “La mia visione deriva dalla lettura del panorama che sono davanti a noi con la vaccinazione –ha affermato Sileri-. Siamo con il virus messo all’angolo e abbiamo quasi vinto completamente la guerra. Ovviamente come tutte le guerre non ci può essere una data di fine certa.
Difficilmente avremo l’esperienza di mille morti al giorno come abbiamo avuto diversi mesi fa, avremo un virus che continuerà a circolare e si trasformerà da pandemia a endemia. Sarà un virus che continuerà a circolare tra noi senza creare grossi danni a coloro che sono vaccinati. Potrebbe fare dei danni anche a coloro che sono vaccinati se nel frattempo si sono presi un’altra malattia e sono soggetti particolarmente fragili. Purtroppo avremo un numero di persone che si infetteranno sempre, a meno che il virus non si trasformi in un comune raffreddore. Ovviamente se sei vaccinato te la caverai con poco, se non sei vaccinato, così come il virus influenzale, può portarti a morte.
La mortalità del covid è di gran lunga superiore a quella dell’influenza ma con la vaccinazione l’abbassi. Le vaccinazioni stanno andando molto bene nei Paesi occidentali, ma non è lo stesso in Africa e in Paesi molto popolosi come l’India. Il problema che può cambiare le carte in tavola è la diffusione di un’ulteriore variante più contagiosa. Noi arriveremo ad una buona percentuale di popolazione vaccinata entro ottobre, ma poi dovremo fare i richiami e verosimilmente nel 2022 si passerà dalla fase di pandemia a quella di endemia, ma questo deve accadere anche nelle altre aree del mondo.
Nelle zone del mondo più indietro nella vaccinazione rimarrà la coda della pandemia e ci dovremo sforzare per aiutare questi Paesi. Il giro di boa in Italia e in Europa è stato fatto, vivremo il 2022 con degli aggiustamenti, magari con richiami di vaccini più moderni aggiornati alle varianti che girano. Non diciamo baggianate affermando che lotteremo ancora 5-10 anni contro il covid”.
Sulla durata del vaccino. “La cosa che il vaccino dura 6-8 mesi non è certa. Il vaccino lo conosciamo da 10 mesi e per ora gli anticorpi ci sono ancora, verosimilmente dureranno 12-18 mesi, forse anche due anni, lo scopriremo più avanti. Una quota della popolazione può avere una riduzione degli anticorpi dopo 6 mesi, significa che in quelle persone bisognerà fare un richiamo. E’ possibile che ogni anno si debba fare un richiamo come per l’influenza”.
Sul vaccino ai giovani. “Il vaccino non è obbligatorio, ma il virus circolerà con maggiore frequenza nei soggetti più giovani che potranno ammalarsi anche gravemente, sebbene in casi rari, inoltre se in alcune fasce di popolazione il virus circola liberamente si possono generare delle varianti”.
Sui vaccinati con vaccini non autorizzati in Europa. “Credo che debbano essere riconosciuti per il Green pass. Chi vive a San Marino e ha fatto lo Sputnik non può non essere riconosciuto dal SSN. Mi sto battendo per questo così come per la terza dose. Va organizzata la terza dose per i pazienti immunodepressi e malati oncologici, così come bisogna trovare una soluzione per i medici e infermieri che hanno fatto per primi i vaccini e che a settembre vedranno scadere il proprio Green pass”.