AgenPress – Il ‘Rapporto di valutazione di impatto sanitario per gli scenari produttivi dell’acciaieria di Taranto’, condotto dall’Oms su commissione della Regione Puglia e presentato oggi calcola in circa 270 morti premature, ma il range arriva fino a 430 decessi evitabili: l’intervallo annuo è infatti di 27-43 morti premature. Se fossero invece state applicate le prescrizioni previste dall’Aia 2015 – sempre secondo l’Oms – le morti premature non supererebbero le 50 unità con un range fino a 80 decessi nel corso dei successivi dieci anni. I maschi rappresentano il 59% della mortalità totale.
Nell’area di Taranto a ridosso dell’Ilva, nel decennio che precede l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) del 2010, ci sono stati almeno 270 morti premature ma potrebbero essere anche 430.
L’Oms ha anche quantificato il danno economico, stimato su una popolazione over 30, dovuto alla mortalità prematura per l’area metropolitana di Taranto, pari ad almeno 85 milioni di euro l’anno per la situazione pre-Aia 2010, che passerebbe a 53 milioni di euro per lo scenario produttivo intermedio dell’Aia 2012 e rimarrebbe comunque a 15 milioni di euro l’anno se fossero applicate le prescrizioni post-Aia 2015.