AgenPress. “Il patrimonio pubblico è una risorsa che ci appartiene e una ricchezza che ci circonda. La vera sfida è valorizzarlo. Sono almeno 297 miliardi in immobili e 28 miliardi in terreni; un patrimonio spesso datato, scarsamente efficiente a livello energetico ed esposto a rischio sismico e idrogeologico”
– Questa la posizione di Lucia Albano Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze durante i lavori della Task Force Remind sulle politiche dell’immobiliare allargato terminati il 22 Marzo 2023 che ha visto la partecipazione di Istituzioni, esperti del pubblico e del privato insieme alle buone pratiche dei settori produttivi italiani.
L’incontro, volto alla elaborazione di un piano di sviluppo sostenibile e di messa in sicurezza della Nazione, ha portato principalmente all’individuazione di un punto d’incontro fra gli obiettivi dello sviluppo economico e quelli legati alla transizione energetica. Il raggiungimento dei traguardi previsti dalla Direttiva Energetica Edifici, secondo il Sottosegretario Albano, possono essere raggiunti solo grazie al perseguimento di “un percorso virtuoso, vigoroso, ma allo stesso tempo rispettoso di quelle che sono le nostre unicità, le nostre identità” in quanto “il patrimonio immobiliare italiano è unico al mondo e fa parte del nostro patrimonio culturale”.
Secondo la direttiva, su una scala dalla migliore alla peggiore prestazione energetica (da A a G), per gli edifici non residenziali e pubblici è previsto il raggiungimento della classe energetica: “E” entro il 2027 e “D” entro il 2030.
Attualmente, secondo i dati riportati dal Sottosegretario, “il censimento degli immobili pubblici evidenzia un patrimonio censito di circa 300 miliardi, per l’esattezza 297 miliardi di euro. In questo valore sono inclusi 66 miliardi di euro di asset che non sono più in uso della pubblica amministrazione. Sono immobili vuoti oppure ad uso di privati che spesso hanno canoni fuori dal mercato o addirittura a titolo gratuito. Nel censimento del MEF sono quantificati anche 28 miliardi di metri quadrati di terreni. Quelli nelle aree urbanizzate sono 1,3 miliardi di metri quadri. I boschi sono 16 miliardi di metri quadri”.
“Ma qual è quindi lo stato di salute del nostro patrimonio pubblico? Allora, il nostro patrimonio è datato. Un po’ come tutto il patrimonio italiano e il 43% degli uffici comunali è stato costruito prima del 1945. Quasi il 60% delle scuole comunali prima del 1976”.
Un grande patrimonio immobiliare, ma anche turistico e culturale, che potrebbe risentire profondamente delle conseguenze dovute alla direttiva.
Spesso la politica è stata più disposta a devolvere o vendere queste risorse, ma secondo il Sottosegretario Albano, la chiave per attutire l’impatto della Direttiva risiede nella valorizzazione del patrimonio: “oggi valorizzare può essere un elemento dirimente. Il Ministero dell’Economia – continua – anche attraverso l’Agenzia del Demanio ed Invimit – ha messo in atto numerosi ed importanti progetti di valorizzazione e di rigenerazione urbana ad alto impatto sui territori, in chiave green e sostenibile, con criteri Esg, che evitano il consumo di nuovo suolo e hanno un effetto positivo sul Pil.
Quest’azione, che vede il governo particolarmente impegnato, rappresenta un significativo volano di sviluppo economico, anche nella direzione del contenimento del debito pubblico.
Sono fondamentali questi momenti di incontro per generare delle nuove idee; per questo motivo è sia interessante sia importante che realtà come Remind possano realizzare questo percorso, che è un percorso pragmatico per poter pervenire al rinnovamento del patrimonio immobiliare italiano.