AgenPress. Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, è intervenuto nella trasmissione “Nautilus” condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta in onda su Cusano News 7.
Riguardo all’allarme dell’attuale capo di stato maggiore, Giuseppe Cavo Dragone, in merito al fatto che le scorte dell’Unione europea sono arrivate a un momento allarmante.
“Dice cose molto serie per il fatto che a partire dal periodo del 1991 le spese per le difese si sono ridotte drasticamente e la riduzione ha colpito in particolare i rifornimenti delle scorte di guerre, delle scorte di munizioni, quindi oggi ci troviamo in una situazione in cui questi sistemi d’arma vengono richiesti che servono all’Ucraina e vanno ad attaccare le scorte che dovrebbero essere quelle intangibili in previsione di ulteriori crisi. È un problema serio che viene affrontato anche da un punto di vista industriale perché c’è stata un’azione ben determinata per incrementare la capacità di produzione al fine di venire incontro a quelle che sono le esigenze, che pensavamo non ci fossero più, invece purtroppo si sono evidenziate in questa situazione drammatica della aggressione russa al Paese ucraino”
Che ne pensa delle ultime mosse di Putin?
“Io sono rimasto molto stupito da questa dichiarazione di Putin che arriva 4 giorni dopo un accordo sottoscritto in base al quale le potenze nucleari non avrebbero dovuto esportare le loro armi all’esterno dei propri confini. Se dopo 4 giorni Putin rinnega questo impegno che ha preso con Xi Jinping, io se fossi Xi sarei nervoso, perché mi sentirei sbeffeggiato da questa decisione russa. Sono decisioni che hanno valenza da un punto di vista politico, perché da un punto di vista militare io continuo ad essere molto scettico sulla valenza nucleare tattica, ma sono dichiarazioni che hanno delle conseguenze. Io nei panni di Xi sarei offeso e non credo che questo sia nell’interesse della Russia, ma Putin ha scelto le sue azioni in maniera autonoma e non credo che qualcuno possa fargli cambiare idea, dovrà esserci un fatto significativo che in qualche modo gli farà cambiare idea”
Un commento sul mandato d’arresto internazionale per Vladimir Putin.
“E’ una situazione molto complessa dal punto di vista giuridico, vorrei evidenziare la posizione dell’Armenia, un Paese alleato della Russia. La corte costituzionale dell’Armenia ha detto che l’azione del tribunale internazionale avrebbe come conseguenza – nell’eventualità che Putin decidesse di fare un viaggio in Armenia – il suo arresto, cosa che è stata smentita dall’Armenia che ha un governo filorusso ma che crea una situazione d’imbarazzo. Ora questo tribunale non ha una valenza globale perché mancano le firme dei Paesi più grossi: Stati Uniti, Russia, Cina, la stessa Ucraina che però ha riconosciuto da un punto di vista sostanziale la decisione del tribunale. È un fatto politico prima ancora che giuridico che avrà delle conseguenze perché considerare il vertice del Cremlino come un vertice che è delegittimato sulla base internazionale, ha delle conseguenze sulla valenza delle decisioni che verranno prese. La questione non è risolvibile nell’arco di una serata o dei prossimi giorni ma comunque è sul tappeto e dovrà essere presa in esame”.