AgenPress – “Sono una vittima dello Spirito Santo… Pensavo di tornare a casa dopo l’elezione papale. Ho persino lasciato la mia predica pronta per la Domenica delle Palme e il Giovedì Santo a Buenos Aires. Durante il conclave ci sono stati diversi dettagli rivelatori, ma in quel momento non mi sono accorto di nulla. Poi ho saputo vederli, dopo il tempo. Non mi sono nemmeno preoccupato quando è avvenuto il primo scrutinio e alcuni hanno preso il mio nome”.
Così Papa Francesco nel corso di una intervista con la redazione di Vida Nueva.
“Quella notte salii al quinto piano di Casa Santa Marta per portare al Cardinale dell’Avana, Jaime Ortega , gli appunti che mi chiese sulle parole che dicevo durante le congregazioni generali, quando parlavo della dolce e confortante gioia di evangelizzare, del pericolo di una Chiesa autoreferenziale e della mondanità spirituale, nonché della necessità di uscire verso le periferie. Quando gli ha dato il foglio, mi ha detto: “Oh, che carino! Porto con me un ricordo del Papa”. Non avevo nemmeno notato il commento in quel momento. Quando prendo l’ascensore per scendere al secondo piano, dove ero io, il cardinale Errázuriz sale al quarto piano e mi dice: “Hai già preparato il discorso?” “Quale?”. “Quello che devi dire sul balcone.” L’ho anche ignorato, come se non fosse niente.
Allo stesso modo, il giorno dopo, a pranzo, accadde qualcosa in sala da pranzo. Un altro cardinale si è messo a parlarmi e mi ha chiesto di avvicinarmi per parlare a un gruppo di elettori europei: “Eminenza, dai, vogliamo saperne di più sull’America Latina. Parla con noi”. Io, ‘salame’, non mi ero accorto che stavano facendo un esame. Il culmine è stato quando, in seguito, un mio amico cardinale si è avvicinato a me per chiedermi della mia salute. Gli ho smentito alcune voci su di me, senza dargli importanza. Tanto che sono andato a fare un pisolino tranquillo. Più tardi, sono andato a votare come un altro. Prima di arrivare alla Cappella Sistina ho incontrato il cardinale Ravasie abbiamo iniziato a parlare mentre andavamo in giro. Gli ho confessato che usavo i suoi libri per insegnare e, da lì, abbiamo cominciato a parlare evitando tutto, finché non abbiamo sentito una voce da lontano: “Vuoi entrare o no? Perché io chiudo la porta…”. Siamo quasi finiti…
In fondo, è vittima della Provvidenza, dello Spirito Santo. Così sono entrato in conclave e così sono uscito. Nella prima votazione del pomeriggio, quando tutto era quasi scontato, il cardinale Hummes , che era dietro di me, mi si è avvicinato e mi ha detto: “Non preoccuparti, è così che opera lo Spirito Santo”. E, quando ero già eletto nella votazione finale, è stato quando mi ha detto quello che ho già detto tante volte: “Non dimenticare i poveri”. Conclusione: condivido questo in modo che tu possa vedere che lo Spirito Santo esiste e credo che mi ha dato”.