I minori che usano violenza contro gli animali, possono commettere reati gravissimi, come lo stupro o l’omicidio seriale

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AgenPress –  La violenza contro gli animali è un indicatore “statisticamente significativo” per lo sviluppo di “gravi devianze future”, troppo trascurato nel nostro Paese.

Lo ha detto ieri Francesca Sorcinelli, presidente e direttore scientifico dell’Associazione Link-Italia, audita dalla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, sotto la presidenza di Michela Vittoria Brambilla, nell’ambito dell’indagine sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori.

“No alla sottovalutazione e all’indifferenza – avverte Brambilla – che mettono in pericolo la convivenza civile”. Sul ‘link’ ovvero il collegamento tra le violenze sugli animali in età giovanile e le successive devianze più gravi c’è una letteratura scientifica imponente, compresi studi dell’FbiI e di Scotland Yard, ma in Italia – ha sottolineato Sorcinelli – assistiamo ad un paradosso.

“A condotte del genere non solo non corrisponde una risposta ambientale adeguata, ma seguono spesso sottovalutazione o silenzio. Il che prepara, e quasi garantisce, l’escalation verso reati anche gravissimi, come lo stupro o l’omicidio seriale. L’impulso sadico non si estingue con la maturità, anche se non è dato sapere come e quando si realizzerà il salto alla fase successiva. Le istituzioni non l’hanno ancora compreso pienamente, mentre le organizzazioni criminali, nel nostro Paese, l’hanno capito e usano la violenza sugli animali per addestrare le nuove leve. Si fa quindi affezionare un ragazzino ad un animale e nel momento del massimo affetto lo si costringe ad uccidere l’animale o ad assistere all’uccisione dell’animale, come non a caso, si coinvolgono i minorenni in tutte le fasi del combattimento fra cani”.

“Dell’importanza del link anche in chiave preventiva – osserva Brambilla – dovrebbero prendere atto tutti. Non solo le violenze contro gli animali non vanno minimizzate, ma occorre investire in educazione e rieducazione, perché è giusto in sé e per evitare conseguenze peggiori”.

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