Gaza. Hamas accetta l’accordo sul cessate il fuoco. Ma Israele replica: termini non accettati da noi

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AgenPress – Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha detto al primo ministro del Qatar Mohammad bin Abdulrahman Al Thani e al capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel che il gruppo terroristico accetta i loro termini per un cessate il fuoco con Israele per sei settimane,  secondo un annuncio ufficiale di Hamas. L’annuncio non specifica quali siano questi termini.

“La palla è ora nel campo di Israele”.  Israele ha più volte affermato che non accetterà un accordo, come più volte richiesto da Hamas, che condizioni il rilascio degli ostaggi alla fine della guerra. Sabato, inoltre, una fonte ufficiale, ampiamente ritenuta il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che Israele non ha nemmeno autorizzato i mediatori a fornire garanzie sulla fine della guerra.

Negli ultimi giorni i mediatori statunitensi, egiziani e del Qatar hanno negoziato con Hamas su una proposta in tre fasi, con il via libera di Israele. La proposta non è stata pubblicata, ma secondo quanto riferito prevede, nella prima fase, la liberazione di 33 ostaggi viventi – donne, bambini, anziani e malati – durante una tregua di 40 giorni, in cambio di centinaia di prigionieri di sicurezza palestinesi.

Secondo il testo dell’offerta, i negoziati indiretti tra Israele e Hamas ricomincerebbero il 16° giorno della tregua, per stabilire un accordo per ripristinare una calma sostenibile a Gaza nella seconda e terza fase dell’accordo.

Nella seconda fase, tutti i restanti prigionieri viventi verrebbero rilasciati durante un’ulteriore tregua di 42 giorni, in cambio di altre centinaia di prigionieri di sicurezza, e l’IDF si ritirerebbe da Gaza.

La terza e ultima fase dell’accordo durerebbe ancora 42 giorni e, secondo quanto riferito, ad Hamas verrebbe richiesto di consegnare i corpi di coloro che sono stati uccisi il 7 ottobre o sono morti in prigionia, in cambio dei corpi dei prigionieri di sicurezza palestinesi morti sotto la custodia israeliana. .

Il ripristino della Striscia di Gaza inizierebbe durante la prima fase dell’accordo, a partire dal ripristino delle strade, dell’elettricità, dell’acqua, dei servizi igienico-sanitari e delle infrastrutture di comunicazione di Gaza. I preparativi per un piano quinquennale di ricostruzione delle case e delle infrastrutture civili di Gaza verrebbero completati durante la seconda fase dell’accordo, e la costruzione inizierebbe nella terza fase.

“Hamas non ha accettato l’accordo. E’ il loro solito trucco”,  ha replicato il ministro dell’Economia israeliano Nir Barkat incontrando a Roma la stampa italiana e restando in contatto diretto con il governo in Israele.

I funzionari israeliani mettono in guardia dal prendere per oro colato l’annuncio di Hamas di accettare un accordo di cessate il fuoco.

I funzionari hanno detto alle reti Kan, 12 e 13 che i termini accettati da Hamas non sono quelli accettati da Israele.

Secondo i funzionari citati dalle reti, l’offerta accettata da Hamas è un’offerta avanzata unilateralmente dall’Egitto e non verrà presa sul serio a Gerusalemme prima che i dettagli vengano chiariti.

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