AgenPress. Dall’inizio della guerra (aprile 2023) tra l’Esercito Sudanese e le Forze di Supporto Rapido, la crisi umanitaria è drasticamente peggiorata: da 15,8 milioni di persone a quasi 26 milioni, più della metà della popolazione del paese.
La situazione è particolarmente drammatica nelle regioni del Darfur Centrale e del Sud Kordofan, dove rispettivamente il 68% e il 58% della popolazione si trova in grave insicurezza alimentare, e 120.000 persone soffrono di malnutrizione acuta. “Dall’inizio del conflitto nell’aprile 2023 fino a giugno 2024, abbiamo aiutato 1.102.790 persone in quattro stati e undici località” afferma Samy Guessabi, Direttore di Azione Contro la Fame in Sudan.
Attraverso centri sanitari e ospedali, Azione Contro la Fame ha fornito servizi sanitari e nutrizionali a oltre mezzo milione di persone in Sudan, inclusi quasi 130.000 bambini sotto i cinque anni affetti da malnutrizione acuta grave e moderata. Ha inoltre esaminato quasi 300.000 bambini tra i 6 mesi e i 5 anni di età. Oltre i numeri, questo intervento si traduce nei volti di madri sollevate, comunità più sicure e bambini con la possibilità di crescere sani e forti.
Inoltre, Azione Contro la Fame ha permesso a intere comunità di accedere ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari (quasi 40.000 persone) e a molte famiglie di riprendere i mezzi di sussistenza persi a causa della violenza. Abbiamo fornito assistenza in denaro multiuso a oltre 80.000 famiglie e supporto agricolo ed empowerment a ulteriori 30.000, contribuendo alla sicurezza alimentare e al sostentamento di 112.000 famiglie.
Infine, abbiamo fornito protezione, supporto diretto o formazione a 44.140 vittime di violenza di genere nel paese.
In questo contesto, dove la violenza continua a diffondersi, Azione Contro la Fame esorta la comunità internazionale a mobilitare rapidamente le risorse necessarie per salvare vite e proteggere le comunità colpite. Esortiamo inoltre le parti in conflitto a garantire la protezione dei civili, come previsto dal Diritto Internazionale Umanitario e dalla risoluzione 2417 delle Nazioni Unite, a cessare le ostilità e a creare corridoi umanitari per consentire alle persone un accesso sicuro ai servizi di base e agli aiuti, oltre che l’ingresso senza ostacoli delle ONG nelle aree più colpite.
La rete internazionale di Azione Contro la Fame affronta non solo la crisi in Sudan, ma anche nei paesi vicini, dove le vulnerabilità preesistenti legate alla sicurezza alimentare o ai disastri naturali sono ora aggravate dai rifugiati in fuga dalla guerra. In Sud Sudan, Ciad, Etiopia e Uganda, l’organizzazione ha assistito centinaia di migliaia di persone.