AgenPress. “La notizia dell’arresto per terrorismo di un fondamentalista islamico a Monfalcone purtroppo non mi stupisce. Da sempre denuncio il pericolo dell’Islam radicale e la sua veloce diffusione in tutta Europa, specie all’interno di comunità chiuse come quella della mia città, specularmente a Milano e Bologna.
Ciò che in queste ore sta emergendo dalle indagini dei ROS ci spiega come facilmente possa diffondersi il germe integralista, in questo caso l’attività di proselitismo avveniva da dietro il banco di alcuni kebab e pizzerie al taglio frequentate da molti minori, spesso anche musulmani.
Mi chiedo a oggi, dopo mesi dall’inizio delle indagini dei Carabinieri, su quante persone tale attività di propaganda antioccidentale abbia fatto presa. Urge alzare l’attenzione sulle comunità islamiche in Italia e in Europa, troppo spesso coperte della sinistra. Donne sempre più giovani integralmente coperte, l’assenza di una reale integrazione e il proliferare di moschee abusive senza controllo sono solo i segnali della radicalizzazione musulmana sui nostri territori, che lanciamo gridi d’allarme ai quali noi dobbiamo rispondere con maggiori controlli e regole chiare sia sui i nuovi accessi in Europa, regolari e irregolari, sia sull’analisi dei comportamenti all’interno delle comunità.
Mi lascia sbalordita apprendere che il soggetto arrestato abbia subito una condanna in Turchia per finanziamento al terrorismo, mi chiedo come potesse essere regolarmente soggiornante in Italia con un precedente del genere, quando a mio avviso sarebbe dovuto essere già stato espulso da tempo. Punto focale resta il ruolo degli Imam e dei luoghi di culto, moschee de facto, dove predicatori improvvisati spesso in garage e in spazi improvvisati seminano l’odio verso i valori occidentali di libertà e democrazia.
Difatti, apprendiamo, sempre dai resoconti delle indagini dei ROS, come il terrorista islamico in questione avesse dimostrato l’intenzione di aprire una nuova moschea a Monfalcone, in segno di sfregio di verso l’ordinanza del Comune per la chiusura dei centri di culto irregolari. Siamo all’assurda dimostrazione di come un terrorista avrebbe potuto liberamente aprire una moschea sotto forma di presunto “centro culturale” ove predicare la jihad.
Tali circostanze ci riportano a ciò che dico da tempo, ossia l’esigenza sempre più attuale di procedere con una regolamentazione e la mappatura dei centri islamici, pare siano più di 1200 sparsi nel nostro Paese, e un serrato controllo sulle prediche e i profili di chi si professa Imam”.
