Studio italiano coordinato dall’Università di Padova dimostra l’efficacia delle terapie biologiche nei pazienti anziani
AgenPress. Team di ricerca guidato dall’Università di Padova ha coordinato uno studio chiave sulle terapie mirate per la cura della leucemia linfatica cronica.
La leucemia linfatica cronica è un tumore raro ma rappresenta il tipo più frequente di leucemia che colpisce la popolazione occidentale e circa un terzo dei pazienti ha più di 80 anni. Il trattamento e la gestione di questo gruppo di pazienti rappresenta una sfida per la medicina data la fragilità dei pazienti e l’esclusione dagli studi clinici.
Nello studio Venetoclax based regimens in octogenarian CLL patients: efficacy, safety and comparison to BTKi in a multicenter cohort, pubblicato sulla prestigiosa rivista «Blood» e coordinato dal dott. Andrea Visentin del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, in collaborazione con il dott. Massimo Gentile della UOC di Ematologia di Cosenza, sono stati raccolti i dati di più di 120 pazienti da 23 istituti sparsi sul territorio nazionale, riuscendo ad analizzare il più grande gruppo di pazienti con più di 80 anni trattato con venetoclax.
«Venetoclax è un principio attivo antitumorale somministrato in compresse che colpisce BCL2, una proteina alterata nella leucemia linfatica cronica e che, quando colpita, porta a morte le cellule della leucemia.» spiega il prof Livio Trentin, ordinario della cattedra di ematologia dell’Università di Padova e direttore della UOC di Ematologia dell’Azienda Ospedale Università di Padova.
«La chiave di questo studio è stata la personalizzazione della terapia – spiega il dott. Andrea Visentin coordinatore dello studio -. La riduzione del dosaggio del farmaco o il raggiungimento più lento della dose piena del farmaco ha permesso di limitare gli effetti collaterali della terapia garantendo contestualmente l’efficacia della stessa. Oggi abbiamo a disposizione molti farmaci biologici attivi nei confronti dei tumori; riuscire a bilanciare efficacia ed effetti collaterali è la grande sfida che dovremo affrontare nei prossimi anni».
«Interessante notare – dice il Prof. Trentin -, come i primi autori di questo studio sui pazienti tra 80-94 anni siano dei giovani ricercatori: un assegnista di ricerca, Dr. Alessandro Cellini, ed uno specializzando, Dr. Andrea Serafin. Inoltre, questi studi ricoprono un’importanza sociale perché realizzate grazie al coinvolgimento e al contributo dell’associazione di volontariato Ricerca per Credere nella vita (RCV), associazione creata da una nostra paziente, Franca Boschello e suo fratello Renzo, e che supporta la struttura in cui operiamo da circa 20 anni.»
Il team di ricerca sulla leucemia linfatica cronica dell’Ematologia dell’Azienda Ospedale – Università Padova ha presentato progetti e svolto relazioni internazionali, confermandosi uno dei centri di riferimento europeo per questa malattia