L’Università di Padova in Burkina Faso per sconfiggere l’epatite

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Al via il progetto finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale


AgenPress. L’Università degli Studi di Padova lancia un ambizioso progetto triennale (2025–2028) in Burkina Faso, volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C. L’iniziativa si inserisce pienamente negli obiettivi di Copertura Sanitaria Universale promossi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale. Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili: le donne in gravidanza sono particolarmente esposte, con conseguenze gravi sia per la loro salute sia per quella del neonato, a causa dell’elevato rischio di trasmissione verticale del virus. In assenza di diagnosi e trattamento tempestivi, le epatiti virali possono evolvere in cirrosi epatica o carcinoma epatocellulare, con un impatto letale soprattutto nei contesti a risorse limitate.

Con un finanziamento di 3 milioni di euro da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), il progetto sarà implementato in partenariato con Medici con l’Africa CUAMM e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

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