Salute globale, Prof. Aodi: “Le disuguaglianze sanitarie sono una ferita aperta nel mondo”

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Serve un piano urgente e globale per affrontarle, senza dimenticare i paesi poveri e i soggetti più fragili ed in guerra


AgenPress. Le gravi disuguaglianze sanitarie a livello globale, denunciate nel nuovo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui determinanti sociali della salute, richiedono una reazione immediata da parte della comunità internazionale. A lanciare l’allarme sono l’AMSI – Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, UMEM – Unione Medica Euromediterranea, AISC_NEWS – Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini, e il Movimento Internazionale “Uniti per Unire”, da anni impegnati su questo fronte.
A intervenire è il fondatore e presidente delle realtà sopra citate, il Prof. Foad Aodi, medico fisiatra, giornalista internazionale, presidente nazionale Amsi, esperto in salute globale, Direttore dell’AISC_NEWS, membro del Registro Esperti FNOMCEO, docente presso l’Università di Tor Vergata e già 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma.

“I dati dell’OMS confermano le nostre denunce degli ultimi 20 anni: le disuguaglianze sanitarie uccidono più delle malattie. Il luogo di nascita, la condizione sociale, il genere o l’etnia decidono ancora chi può curarsi e chi no. È inaccettabile che nel 2025, in piena era digitale, ci siano ancora 3,8 miliardi di persone escluse da una copertura sanitaria e previdenziale minima. Questa è una crisi umanitaria permanente,” ha dichiarato il Prof. Aodi.

Dalla mancanza di accesso alle cure alla fuga dei medici dai paesi in difficoltà
Il Prof. Aodi richiama le numerose battaglie portate avanti dalle associazioni da lui guidate, in particolare a sostegno dei professionisti sanitari nei paesi più fragili, della cooperazione sanitaria internazionale e della necessità di investimenti strutturali nei sistemi sanitari dei paesi a basso e medio reddito. “Abbiamo lanciato centinaia di appelli attraverso le TV internazionali, evidenziando la gravissima emergenza legata alla fuga dei professionisti sanitari dai paesi in via di sviluppo verso l’Europa e gli Stati Uniti, impoverendo sistemi sanitari già in crisi. Se non si agisce ora con politiche serie e piani di sostegno concreti, molte regioni rischiano il collasso sanitario.”

Clima, povertà, equità: serve un’alleanza internazionale per la salute


Il report dell’OMS sottolinea che i cambiamenti climatici spingeranno fino a 135 milioni di persone nella povertà estrema nei prossimi 5 anni, aggravando l’iniquità nell’accesso alla salute. Il Prof. Aodi invita la comunità scientifica e politica globale a unire le forze.
“Serve una strategia multilivello che affronti contemporaneamente il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali e il rafforzamento dei sistemi sanitari nei paesi terzi. È fondamentale investire in istruzione, infrastrutture, sostegno alle famiglie e lotta alla discriminazione. Ma bisogna agire subito.”

L’uguaglianza sanitaria globale, un obiettivo ancora lontano
“Sebbene alcuni dati recenti indichino progressi sul piano della copertura sanitaria, come il miglioramento delle condizioni di salute per oltre un miliardo di persone e l’espansione dei servizi digitali e di emergenza, resta evidente che questi risultati non raggiungono equamente tutte le fasce della popolazione mondiale. Le indagini condotte da AMSI , UMEM ,Uniti per Unire e Aisc News confermano che tali progressi rischiano di rimanere confinati a contesti privilegiati, mentre miliardi di persone continuano a vivere senza accesso alle cure di base, soprattutto nelle aree rurali e nei paesi a basso reddito. L’analisi globale promossa dal Prof. Aodi mette in luce il divario strutturale tra il potenziale dei sistemi sanitari internazionali e la loro effettiva capacità di rispondere ai bisogni delle comunità più vulnerabili. La mancanza di risorse stabili, l’insufficienza di personale sanitario locale e la persistenza di barriere economiche e sociali richiedono interventi strutturali, coerenti e integrati. In questo scenario, l’impegno delle reti AMSI, UMEM, AISC_NEWS e Uniti per Unire diventa fondamentale per trasformare gli sforzi globali in soluzioni inclusive, sostenibili e realmente universali”, afferma Aodi nella sua analisi, forte del suo impegno, accanto ai direttivi delle associazioni e dei movimenti che presiede da anni.

Analisi e indagine AMSI con la voce autorevole del Prof. Foad Aodi

“Le disuguaglianze sanitarie sono una minaccia globale”
”Le disuguaglianze sanitarie rappresentano una delle sfide più gravi e urgenti a livello globale. Le nostre indagini non solo confermano dati già noti, ma evidenziano come le disuguaglianze siano sempre più radicate, agendo come barriere per milioni di persone che non riescono ad accedere a cure adeguate. La fuga di professionisti sanitari è un fenomeno che abbiamo visto crescere in modo esponenziale, ma dietro questa migrazione c’è una storia di sistemi sanitari in sofferenza che non riescono a garantire condizioni dignitose ai professionisti stessi, i quali scelgono di cercare opportunità all’estero, lasciando i loro paesi di origine ancora più vulnerabili.”
“I dati mostrano una disuguaglianza marcata non solo tra paesi ricchi e poveri, ma anche all’interno degli stessi paesi. La mancanza di accesso ai servizi sanitari di base, specialmente nelle regioni rurali e periferiche, porta a un peggioramento delle condizioni di salute per milioni di persone. Questo è particolarmente evidente in Africa subsahariana, dove le risorse sono scarse e la povertà limita ulteriormente l’accesso a cure adeguate. Le aree urbane, d’altro canto, tendono a concentrarsi sulla qualità dei servizi, ma anche lì persistono forti disparità legate alla disponibilità di risorse.”
“Il divario tra le aree urbane e quelle rurali, come nel caso del Medio Oriente e Nord Africa, è un fenomeno allarmante, con il 70% delle risorse sanitarie concentrate nelle città e solo una piccola parte destinata alle zone rurali. Questo fenomeno non è solo geografico, ma anche socio-economico. In molte zone rurali, le famiglie non hanno accesso ai farmaci essenziali, con il 55% della popolazione che non può permettersi i farmaci necessari per la sopravvivenza. Il sistema sanitario globale è disfunzionale e necessita urgentemente di riforme per colmare queste lacune.”
“La lotta contro le disuguaglianze sanitarie deve partire dalla presa di coscienza che l’accesso alla salute non è un privilegio, ma un diritto fondamentale di ogni individuo. È essenziale che i governi e le organizzazioni internazionali uniscano le forze per risolvere queste criticità, implementando politiche che promuovano l’equità, investendo nelle infrastrutture sanitarie delle aree più povere e intervenendo per ridurre la migrazione dei professionisti sanitari. Solo così potremo garantire un futuro migliore per le prossime generazioni. L’Italia sta facendo già qualcosa di concreto per l’Africa con il Piano Mattei, ma si può e si deve fare molto di più e anche le altre nazioni devono muoversi, creando sinergia tra loro, come nel caso dell’invio di professionisti sanitari esperti per formare il personale locale e così combattere la fuga verso i paesi economicamente più forti”, continua Aodi.

Le proposte di AMSI, UMEM, AISC_NEWS e Uniti per Unire:
• Creazione di un fondo sanitario internazionale per il sostegno ai sistemi sanitari dei paesi a basso reddito
• Accordi di cooperazione sanitaria tra paesi europei e paesi africani e mediorientali
• Rafforzamento delle reti formative e universitarie per medici e operatori sanitari locali
• Tutela dei professionisti sanitari nei paesi in crisi con incentivi per rimanere nei territori d’origine
• Stop alla discriminazione razziale e di genere nell’accesso alle cure nei paesi ad alto reddito
• Osservatorio internazionale permanente sulla disuguaglianza sanitaria e i suoi impatti sociali ed economici
• E’ necessario creare una cabina di regia con Amsi e Umem per elaborare ricerche e statistiche sulle criticità dei professionisti della sanità nel mondo, e su temi cruciali come fuga all’estero, aggressioni, valorizzazione competenze, lotta alla medicina difensiva e carenza professionisti della sanità nel mondo

“Non possiamo permetterci di trattare la salute come un lusso. L’accesso equo alla salute è un diritto umano universale. Continueremo a dare voce ai dimenticati, a sostenere i professionisti sanitari e a spingere le istituzioni internazionali a prendersi la responsabilità di un cambiamento concreto,” conclude Aodi.

Riepilogo Indagini AMSI e UMEM sulle disuguaglianze sanitarie globali
Le indagini condotte dall’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) e dall’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) hanno fornito dati significativi sulle principali problematiche relative alla disuguaglianza sanitaria a livello globale. Di seguito i risultati salienti:
1 Fuga dei professionisti sanitari
◦ Un aumento del 45% nella migrazione di professionisti sanitari da paesi a basso reddito verso l’Europa e gli Stati Uniti negli ultimi 10 anni.
◦ Questo fenomeno ha aggravato la carenza di medici e infermieri nei paesi di origine, indebolendo ulteriormente i sistemi sanitari già fragili.
2 Accesso limitato alle cure nei paesi più poveri
◦ Oltre il 60% della popolazione nei paesi dell’Africa subsahariana non ha accesso a servizi sanitari di base.
◦ La mancanza di personale qualificato è una delle principali cause di questa situazione, con una media di un medico ogni 10.000 abitanti in molte aree rurali.
3 Disparità nella distribuzione delle risorse sanitarie
◦ Nel Medio Oriente e nel Nord Africa, il 70% delle risorse sanitarie sono concentrate nelle aree urbane, lasciando le zone rurali con una dotazione sanitaria inadeguata.
◦ Il divario nella disponibilità di strutture sanitarie tra città e campagne raggiunge punte del 40% in alcune regioni.
4 Accesso ai farmaci essenziali
◦ In molte nazioni a basso reddito, il 55% della popolazione non ha accesso ai farmaci essenziali.
◦ Le politiche sanitarie inefficaci e i costi elevati sono tra le principali cause della carenza di accesso ai farmaci vitali.

Avanzano i progressi sanitari, ma gli obiettivi restano lontani
Nonostante le tensioni economiche globali e la flessione degli aiuti internazionali, il nuovo WHO Results Report 2024 evidenzia passi avanti rilevanti in ambito sanitario, pur sottolineando che gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) legati alla salute non sono ancora a portata di mano. Pubblicato in vista della 78ª Assemblea Mondiale della Sanità, il rapporto fornisce una valutazione intermedia sui risultati raggiunti nell’ambito del Programma di Bilancio 2024–2025 e della Tredicesima Strategia Generale dell’Oms (2019–2025).
Secondo il documento, oltre 1,4 miliardi di persone oggi vivono in condizioni di salute migliori rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, l’interruzione dei flussi di finanziamento rischia di rallentare o addirittura invertire i progressi registrati.

Copertura sanitaria: più cure, ma permangono disuguaglianze
Il primo grande obiettivo del piano – estendere i servizi sanitari essenziali a 1 miliardo di persone – ha finora raggiunto 431 milioni di beneficiari aggiuntivi. Questo progresso è stato possibile grazie all’espansione delle terapie antiretrovirali per l’HIV, all’accesso più ampio ai contraccettivi e all’incremento del personale sanitario qualificato.
Restano però barriere significative, come i costi sanitari insostenibili per molte famiglie e le lacune nei programmi di vaccinazione di base, che minano l’equità nell’accesso alle cure.

Più protezione contro le emergenze sanitarie
Sul fronte della protezione sanitaria, sono 637 milioni le persone in più che hanno beneficiato di sistemi rafforzati di sorveglianza, risposta rapida e accesso equo agli strumenti di emergenza. Sono risultati legati anche ai processi in corso per aggiornare il Regolamento Sanitario Internazionale e finalizzare un nuovo accordo pandemico globale.
Tuttavia, il calo degli investimenti internazionali minaccia la risposta efficace a epidemie emergenti come l’influenza aviaria H5N1, mettendo in discussione la tenuta dei sistemi sanitari di fronte a nuove crisi.

Benessere in miglioramento, ma nuove sfide all’orizzonte
In termini di benessere generale, l’obiettivo è stato superato: 1,4 miliardi di persone vivono oggi meglio grazie alla riduzione del fumo, al miglioramento della qualità dell’aria, all’adozione di combustibili domestici più puliti e all’accesso più ampio ai servizi WASH (acqua, igiene, sanificazione).
Nonostante i progressi, restano in crescita minacce come l’obesità infantile e il consumo eccessivo di alcol, che rischiano di compromettere i benefici ottenuti nel lungo periodo.

Focus su risultati specifici del 2024
• Malattie tropicali: 7 nuovi Paesi hanno eliminato almeno una malattia tropicale, portando a 54 il numero totale di Paesi che hanno raggiunto questo traguardo.
• Salute mentale: 70 milioni di persone in più hanno avuto accesso a servizi specifici; almeno 1 milione ha ricevuto cure personalizzate.
• Gestione delle emergenze: l’Organizzazione ha coordinato 51 crisi in 89 Paesi. Nella Striscia di Gaza, una campagna antipolio ha permesso di vaccinare oltre 500.000 bambini.
• Formazione: oltre 15.000 tra operatori sanitari e responsabili politici sono stati formati per rispondere ai bisogni sanitari di migranti e rifugiati.
• Sanità digitale: circa 2 miliardi di persone hanno oggi accesso a cartelle cliniche digitali grazie alla rete globale di certificazione sanitaria.
• Cooperazione internazionale: in sinergia con Unicef e altre organizzazioni, sono stati attivati progetti pluriennali in 15 Paesi ad alto carico di malattia, raggiungendo 9,3 milioni di bambini e contribuendo a salvare circa 1 milione di vite.

Visite specialistiche e prevenzione: cosa serve oggi
Per rafforzare i risultati ottenuti e migliorare ulteriormente l’accesso ai servizi, è cruciale puntare su diagnosi precoce e interventi specialistici mirati. La presenza di servizi di medicina preventiva, screening regolari per malattie infettive e croniche, e percorsi di cura multidisciplinari per la salute mentale e le malattie non trasmissibili è essenziale per consolidare i progressi.

Gli operatori sanitari di base, affiancati da specialisti in epidemiologia, pediatria, infettivologia, nutrizione clinica e salute mentale, devono essere messi in condizione di operare in modo coordinato e capillare. Fondamentale anche l’uso di strumenti digitali per il monitoraggio dei pazienti e la continuità delle cure.
Servono risorse stabili per non perdere i progressi
Secondo i dati diffusi, il ciclo attuale di investimenti ha mobilitato 1,7 miliardi di dollari da 71 donatori, coprendo solo il 53% del fabbisogno volontario dell’Oms. Una cifra ancora distante da quanto servirebbe per consolidare i risultati e affrontare le crisi emergenti con prontezza ed efficacia.
Per evitare una battuta d’arresto nei progressi, è necessario un impegno strutturale da parte dei governi, basato su finanziamenti prevedibili, sostenibili e resilienti. Solo così sarà possibile continuare a promuovere una salute globale più equa, sicura e innovativa.

Conclusioni: costruire sistemi sanitari solidi e inclusivi
Il Results Report 2024 fotografa una sanità globale in movimento: in molti contesti si registra un’espansione dei diritti sanitari e un miglioramento delle condizioni di vita. Ma il divario tra gli obiettivi e la realtà resta profondo. Per colmarlo, saranno decisive la cooperazione internazionale, l’efficienza operativa, l’accessibilità economica dei servizi e l’innovazione tecnologica.
Il rischio, senza investimenti adeguati, è che quanto raggiunto finora diventi fragile. E che milioni di persone tornino a vivere in condizioni di salute precarie, con sistemi sanitari incapaci di rispondere alle emergenze e alle necessità quotidiane.

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