AgenPress. I Finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, nell’ambito di una pianificata operazione a contrasto del lavoro sommerso e dello sfruttamento della manodopera, hanno proceduto ad eseguire, contestualmente, una serie di accessi nei confronti di n.9 attività economiche operanti nel settore del “confezionamento in serie di abbigliamento” dislocate su tutta la Provincia di Brescia.
Le attività di polizia economico-finanziaria, svolte con l’ausilio di personale dell’ATS Brescia – servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro (PSAL), hanno permesso di identificare n. 71 lavoratori stranieri dei quali n. 35 impiegati in condizioni di sfruttamento nei 4 opifici poi sottoposti a sequestro.
Nello specifico, all’esito dei controlli svolti è stato accertato che i lavoratori, tre dei quali irregolari sul territorio dello Stato (clandestini), percepivano uno stipendio non in linea con i contratti collettivi nazionali e al di sotto della soglia di povertà, definita secondo i parametri ISTAT 2023 e che lavoravano/vivevano in condizioni alloggiative degradanti e fatiscenti.
Pertanto, d’intesa con la locale A.G., sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia per la violazione dell’art. 603-bis c.p. cinque persone e i relativi opifici sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza.
Complessivamente, le attività ispettive hanno permesso di accertare l’impiego di n. 17 lavoratori “in nero”, n. 4 “irregolari” e di deferire n. 3 soggetti per la violazione dell’art. 10-bis del D.Lgs. 286/1998 (Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato).
La misura cautelare del sequestro d’urgenza, oggetto di convalida da parte del competente Giudice per le indagini preliminari si è resa necessaria per impedire la prosecuzione dell’attività di lavorazione in condizioni degradanti e di sfruttamento della manodopera.