Pietro Orlandi: “Spero che Papa Leone XIV citi Emanuela all’Angelus e mi riceva. Dopo 42 anni, basta silenzi”

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AgenPress. “Spero che il nuovo Pontefice, all’Angelus di domenica 22 giugno, voglia rivolgere un pensiero a Emanuela. È un giorno simbolico e sarebbe importante che il Papa dedicasse qualche parola a una vicenda che non può più essere considerata secondaria. Non è solo la scomparsa di una ragazza: sono passati 42 anni in cui sono emersi fatti mai resi pubblici, che indicano chiaramente anomalie e responsabilità non ancora chiarite. Il Vaticano deve prendere una posizione netta”. Lo ha dichiarato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, su Radio Cusano Campus, in vista della manifestazione che si terrà sabato 21 giugno in Piazza del Risorgimento, a Roma, dalle ore 18.00 alle 20.00, alla vigilia del 42° anniversario della scomparsa della giovane cittadina vaticana.

Orlandi ha aggiunto: “Ringrazio Papa Francesco per la vicinanza espressa nel tempo, ma non ha mai voluto incontrarmi in forma privata, nonostante le numerose richieste. Mi è dispiaciuto molto. Un incontro con la famiglia di una cittadina vaticana scomparsa avrebbe dovuto essere un gesto naturale, cristiano, logico. Spero che Papa Leone XIV, che ha scelto pace, verità e giustizia come parole chiave del suo pontificato, voglia ricevermi in udienza. Sarebbe un gesto simbolico, ma anche concreto, per dare nuovo impulso alla verità”.

Orlandi ha parlato anche del fascicolo vaticano sulla vicenda: “Il mio ultimo contatto con la magistratura vaticana risale a due anni fa. Solo recentemente ci è stato comunicato il ritrovamento del fascicolo, di cui si è sempre negata l’esistenza. Era nella Segreteria di Stato tra il 2010 e il 2012. Ora sappiamo che c’è, ma è ancora riservato. Se c’è onestà, quel documento dovrebbe essere messo a disposizione della magistratura italiana, della Commissione parlamentare d’inchiesta e anche della mia famiglia, che da 42 anni aspetta una risposta”.

E sulla manifestazione del 21 giugno: “Ogni anno ricevo messaggi da persone che arrivano da ogni parte d’Italia. È una cosa che mi emoziona profondamente. Spero che anche quest’anno siano in tanti, per far capire che non ci fermeremo mai. La verità è un diritto”.

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