La Settimana Mondiale dell’Allattamento richiama ogni anno l’attenzione sull’importanza di questo gesto naturale, che non è solo nutrimento ma salute, relazione, prevenzione e sostenibilità. Quest’anno il tema è “Allattamento: una priorità – costruire reti sostenibili”. Ne abbiamo parlato con due Consigliere FNOPO, le ostetriche Domenica Mignoli e Cristina Panizza, che raccontano perché allattare è così importante, quali sono i falsi miti ancora diffusi e quanto conti la rete attorno alla mamma
AgenPress. L’allattamento materno è un gesto antico e naturale, ma oggi più che mai necessita di sostegno, informazioni corrette e reti di cura attorno alle famiglie. I suoi benefici sono ormai ampiamente documentati: tutela la salute dei bambini riducendo il rischio di infezioni, obesità e diabete, rafforza il legame madre-figlio, protegge le donne da diverse patologie e rappresenta anche una scelta sostenibile per l’ambiente e per il sistema sanitario. Eppure, allattare non è sempre semplice. Spesso le madri devono affrontare dubbi, difficoltà pratiche e falsi miti che rischiano di compromettere un percorso prezioso. In occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento, le ostetriche Domenica Mignoli e Cristina Panizza, Consigliere della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO), raccontano perché l’allattamento va considerato un bene comune, da tutelare attraverso una rete fatta di famiglie, professionisti e istituzioni. Dalle evidenze scientifiche ai falsi miti da sfatare, dal ruolo cruciale delle ostetriche fino al concetto di genitorialità responsiva, il loro sguardo aiuta a comprendere come l’allattamento non sia solo nutrizione, ma anche salute, relazione e responsabilità sociale.
I benefici per bambini e madri
«Per un neonato – spiega Domenica Mignoli – l’allattamento rappresenta la norma biologica e i benefici sono ormai noti. Il latte umano è alimento non solo specie-specifico, ma individuo-specifico, frutto di una selezione millenaria per rispondere meglio alle esigenze nutrizionali, biologiche e psicologiche dei neonati e delle neonate». Il latte materno, prosegue, «è l’alimento ideale, salvo rare eccezioni, sia che venga somministrato direttamente al seno sia dopo spremitura. Numerose evidenze scientifiche ne confermano i benefici, sia per la salute del bambino che per quella della madre, con effetti positivi nel breve e nel lungo periodo». La ricerca, ricorda Mignoli, «ha dimostrato che la sostituzione non necessaria del latte materno con formule artificiali non solo non apporta vantaggi, ma può avere ripercussioni negative». Tra i rischi del mancato allattamento ci sono infezioni acute dell’orecchio, diarrea e vomito, infezioni respiratorie con aumento delle ospedalizzazioni, eczema, obesità, diabete di tipo 1 e perfino la sindrome della morte in culla.
I benefici riguardano anche le madri: «Allattare riduce il rischio di tumore al seno e all’ovaio, ipertensione e infarto. Rafforza il legame madre-bambino e protegge dalla depressione post partum. E c’è anche un risparmio economico per il sistema sanitario, perché bambini e madri più sani significano meno costi di assistenza. Non dobbiamo trascurare nemmeno l’impatto ambientale. Il latte umano è un alimento a km 0: una produzione naturale, senza inquinamento né scarti. Le formule artificiali, al contrario, hanno un impatto molto più elevato perché sono prodotte industrialmente».
Ostetriche, un anello fondamentale della catena di sostegno
Il tema della Settimana Mondiale dell’Allattamento richiama quest’anno l’attenzione sulle reti sostenibili. «Per noi ostetriche – sottolinea Mignoli – significa porre le famiglie al centro, coinvolgendo l’intera comunità. I servizi sanitari devono creare le condizioni favorevoli per sostenere concretamente le donne nella pratica dell’allattamento. Nella catena calda di sostegno, le ostetriche rappresentano un anello fondamentale». La loro presenza accompagna l’intero percorso nascita: «In gravidanza incontriamo le donne per promuovere consapevolezza, poi in sala parto le accompagniamo nell’avvio dell’allattamento e successivamente proseguiamo il supporto a domicilio e nei consultori». Un impegno che la Federazione nazionale degli ordini delle ostetriche porta avanti da tempo: «L’allattamento è da sempre una priorità per la FNOPO, che investe costantemente nella formazione. Nel 2024, ad esempio, è stato attivato un corso nazionale gratuito intitolato Allattamento e genitorialità responsiva, per rafforzare le competenze delle professioniste».
Genitorialità responsiva: il ruolo dei primi mille giorni
Proprio la genitorialità responsiva è un concetto chiave. «Significa rispondere in modo sensibile e tempestivo ai bisogni del bambino nei primi mille giorni di vita – spiega Mignoli –. Ha un impatto fondamentale sullo sviluppo cerebrale, emotivo e relazionale. È un approccio che valorizza il contatto, l’ascolto e la comunicazione empatica, con il coinvolgimento attivo anche dei padri, attraverso pratiche come il portare in fascia, la lettura ad alta voce, il gioco».
I falsi miti da sfatare
Ma l’allattamento, ricorda Cristina Panizza, non è sempre facile. «Il primo mito da sfatare – sottolinea – è che allattare sia semplice e naturale per tutte. Non è così. Molte madri hanno bisogno di un supporto pratico, soprattutto nei primi giorni, per capire come attaccare correttamente il bambino o trovare una posizione comoda. È un processo di apprendimento reciproco, sia per la mamma che per il bambino, e richiede ascolto e sostegno».
Uno degli ostacoli più diffusi è «la convinzione che il latte sia troppo poco o addirittura solo acqua. Oppure che sia necessario evitare certi alimenti o preferirne altri. Tutte credenze non supportate da evidenze scientifiche». A complicare le cose, aggiunge, «c’è anche la disinformazione: la mancanza di informazioni corrette o i pareri contrastanti non aiutano le famiglie, soprattutto alla prima esperienza. È una fase delicata, di grande vulnerabilità, e avere figure di riferimento competenti fa davvero la differenza».
La rete che fa la differenza
Per Panizza, la riuscita dell’allattamento dipende molto anche dal contesto. «La rete intorno alla mamma conta tantissimo. Una rete di supporto solida può fare la differenza tra un allattamento sereno e uno interrotto precocemente per difficoltà evitabili». Il partner e la famiglia hanno un ruolo cruciale, «perché possono offrire supporto pratico ed emotivo. Ma è altrettanto importante il sostegno professionale, da parte di ostetriche, pediatri e consulenti IBCLC, che possono prevenire o risolvere i problemi». E non meno rilevante è l’ambiente sociale e culturale: «Una società che valorizza l’allattamento sostiene le madri, mentre pressioni o giudizi possono metterle in crisi».
Infine, serve il supporto istituzionale: «Consultori, ospedali, case maternità, politiche pubbliche che favoriscano il congedo parentale e la conciliazione lavoro-cura. Sono elementi cruciali per garantire alle donne di allattare serenamente e a lungo».
Tre consigli alle mamme
Le due ostetriche lasciano tre suggerimenti pratici a chi si avvicina all’allattamento:
«Informarsi adeguatamente sul territorio – ricorda Mignoli – per arrivare preparate e sapere a chi chiedere aiuto». «Coinvolgere il partner e la famiglia – aggiunge Panizza – così che diventino un supporto reale e non veicolo di falsi miti».
«Darsi tempo – concludono – perché allattare è un percorso nuovo, che richiede pazienza e il coraggio di chiedere aiuto».
Un bene che riguarda tutti
«L’allattamento – ribadiscono Mignoli e Panizza – non è solo una scelta individuale, ma un bene comune da proteggere. Garantire alle donne il diritto a essere sostenute nel loro desiderio di allattare significa tutelare la salute delle madri, dei bambini e della comunità intera».