AgenPress. «La decisione della Regione Lombardia di ricorrere al reclutamento di infermieri provenienti dall’Uzbekistan è, di fronte alla cronica carenza di organico che affligge il Servizio sanitario, una scelta ormai obbligata. Tuttavia non può e non deve essere considerata una risposta strutturale a un problema che richiede invece una seria programmazione a livello nazionale».
Lo dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale di UGL Salute, commentando il piano regionale che prevede l’arrivo di personale infermieristico dall’Asia centrale.
«Quanto accaduto recentemente al San Raffaele di Milano, dove la grave mancanza di infermieri ha provocato scelte errate con l’esternalizzazione di interi servizi a cooperative creando disagi assistenziali, rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme di un sistema sotto pressione – prosegue Giuliano.
E’ evidente come la carenza di personale non sia più sostenibile e come le regioni siano spesso costrette a intervenire in emergenza».
Secondo UGL Salute, «il ricorso a professionisti dall’estero può tamponare nell’immediato una situazione critica e garantire la continuità delle cure, ma non affronta le cause profonde del problema, che risiedono in anni di mancata valorizzazione delle profession sanitarie tra cui quella infermieristica».
«È indispensabile – sottolinea il Segretario Nazionale – avviare una programmazione nazionale che renda nuovamente attrattiva la professione per i giovani, attraverso stipendi adeguati, migliori condizioni di lavoro, percorsi di carriera e un reale riconoscimento del ruolo degli infermieri».
«La vera soluzione – conclude Giuliano – deve arrivare dall’interno del sistema sanitario: trattenere i professionisti già formati, incentivare le nuove generazioni a scegliere questa professione e ridurre il ricorso sistematico a processi di reclutamento dall’estero, che non possono diventare la normalità per colmare falle strutturali».
