Vertice Ue. Trovato l’accordo. 750 mld di aiuti, all’Italia ne vanno 209

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AgenPress – “Abbiamo un accordo. Ed è un buon accordo! Con un bilancio 2021-2027 di 1.074 miliardi e un piano di rilancio di 750 miliardi, l’Unione europea mai aveva deciso di investire in modo così ambizioso sul futuro”. Così al termine del lunghissimo negoziato parla Charles Michel, il presidente del Consiglio Europeo. I prestiti aumentano a 360 miliardi, rispetto ai 250 miliardi di euro della proposta sul tavolo dei leader venerdì scorso. Gli Stati beneficiari dovranno iniziare a ripagare le somme entro la conclusione del prossimo settennio di bilancio Ue, quindi entro il 2027.

I sussidi diretti agli esecutivi nazionali saranno invece 312,5 miliardi, in leggero aumento rispetto ai 310 miliardi della proposta di base. A risentire del doppio aumento sono soprattutto i fondi di ripresa destinati ai programmi Ue, replicati in scala per dare slancio al rimbalzo economico, ma evidentemente poco graditi dai leader, che preferiscono avere a disposizione i soldi ‘freschi’ da destinare alle riforme.

 Il Recovery fund che abbiamo approvato “è davvero molto consistente: 750 miliardi, dei quali una buona parte andrà all’Italia, il 28%. Parliamo di 209 miliardi all’Italia. Abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della commissione Ue e della presidente von der Leyen. Siamo soddisfatti”, dice Giuseppe Conte.

“Abbiamo approvato piano di rilancio ambizioso. E’ un momento storico per l’Europa e per l’Italia. Con 209 miliardi, abbiamo una grande responsabilità” di fare le riforme. Il governo italiano è forte. L’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano. Sicuramente il piano che approviamo è la priorità. Spero che questo possa contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes. La mia posizione non è mai cambiata. Il Mes non è il nostro obiettivo, dobbiamo valutare il quadro di finanza pubblica e utilizzare tutti i piani che sono nell’interesse dell’Italia. Devo ringraziare anche le forze di opposizione, – prosegue Conte – soprattutto alcuni esponenti che, pur tra legittime critiche, hanno ben compreso l’importanza storica della posta in gioco. Abbiamo conservato 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato notevolmente l’importo dei miliardi concessi in prestito, passati da 91 a 127, con un aumento di 36 miliardi”.

“Non avrei mai concesso a nessun Paese il diritto di veto o di intromissione sull’attuazione del piano di rilancio nazionale. E’ giusto che ci sia un sistema di verifiche ed è giusto che sia stato concepito in relazione all’avanzamento dei progetti, all’implementazione degli stessi. Ma certo era una pretesa inaccettabile che un singolo Paese potesse decidere fino al veto dell’erogazione dei fondi ed esercitare poteri di intromissione fino a questo punto. Non l’avrei mai concesso, non l’ho concesso e sono soddisfatto del risultato”.

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