Agenpress. L’unico atto di politica estera che può fare il governo italiano, nel conflitto tra Stati Uniti e Iran, è quello di occuparsi della sua economia e di farlo, per la prima volta, con una logica da sistema Paese portando a casa risultati tangibili che ne rivalutino peso e ruolo nel Sistema europeo infiacchito.
Se prevarrà il primo scenario dei venti di guerra (rappresaglie a non finire) o il secondo (cessate il fuoco da realpolitik) non lo può dire con sicurezza nessuno. Quello che, forse, si può dire è che l’Europa conterà poco e noi zero in entrambi gli scenari. Il primo scenario sarebbe esiziale per l’economia mondiale: mercati angosciati, Borse in caduta, petrolio a 80 dollari, dopo la Grande Recessione. Domina la sfiducia contagiosa e genera una successiva, ulteriore, correzione dell’economia reale.
L’Italia è il solito vaso di coccio, e i nostri buoni rapporti con l’Iran non servono a nulla, prendiamone atto e risparmiamo energie. Il secondo scenario, come ci ricorda Fabrizio Galimberti, conviene a tutti e due. Conviene all’America, perché dopo questo primo scambio di droni e missili, gli Usa escono vincitori: l’uccisione di Soleimani è certamente più importante, dal punto di vista geopolitico, dell’attacco alle basi irachene-americane. Conviene all’Iran perché può dire di avere lanciato missili contro gli americani, e soddisfa così l’orgoglio nazionale.
Soprattutto non conviene la guerra alla sua piccola, disastrata economia: non può buttare risorse spendendo in missili quando il prodotto interno lordo cala del 9,5% e la popolazione è stremata, non è disposta a continuare nei sacrifici. In questo caso tutto rientra nell’ordine (si fa per dire) e l’Italia si ritrova a fare i conti con i suoi problemi che sono quelli di prima della crisi. Diciamocelo: l’unica guerra globale che non cesserà mai è quella per l’egemonia tra Stati Uniti e Cina e la partita si gioca sulla leadership dell’alta tecnologia. Prevede, da entrambi i contendenti, un brusco ridimensionamento dell’Europa come soggetto economico globale….
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