Agenpress – I partiti di maggioranza hanno ricevuto una bozza del disegno di legge delega che riforma il processo penale. La bozza contiene il cosiddetto “lodo Conte” sulla prescrizione che prevede il mantenimento della riforma Bonafede.
Si tratta di uno stop alla prescrizione solo in caso di condanna in primo grado mentre per chi è assolto il timer che indica la fine del periodo d’accusa inizia a partire. Una doppia visione dell’imputato tutta da verificare dal punto di vista costituzionale. Se l’imputato condannato in primo grado viene assolto nel grado successivo, ottiene la ripresa della prescrizione. Per le assoluzioni, invece, ci sarà una sospensione non superiore a due anni, dopodiché ricomincerà a decorrere.
Il “lodo Conte” distingue condannati da assolti la soluzione sulla prescrizione? “Assolutamente no: viola i principi costituzionali. L’essere o meno colpevole non si valuta in primo grado ma alla fine del percorso e quindi introdurre una differenziazione tra la condanna e l’assoluzione in primo grado viola i principi costituzionali. Quindi non è questo il punto. Direi che non c’è un punto di caduta”., dice il leader di Iv Matteo Renzi.
C’è un obiettivo condiviso nella maggioranza che deve varare la riforma del processo penale ed è quello di velocizzare l’iter e far arrivare la lunghezza massima del processo fino a tre anni. Ci vorranno due anni per arrivare a regime e saranno inseriti dei meccanismi anche sanzionatori, nei confronti dei giudici, se i termini non verranno rispettati. Lo ha scritto il ministro Bonafede nella bozza inviata ai partiti della maggioranza che dovranno licenziare il testo.
Sarà di un anno al massimo la durata del primo grado ma non per i reati più gravi (vedi mafia o terrorismo dove non ci sarà limite), due anni in appello e uno per la Cassazione. Questo prevede la bozza della riforma. solo il Csm, in base al carico di lavoro dei vari uffici giudiziari e tenuto conto di personale e processi pendenti potrà variare queste tempistiche. Previste inoltre sanzioni per i giudici che “rallentaranno” gli iter. Potranno subire anche inchieste disciplinari.
L’avvocato difensore potrà presentare appello solo se il suo cliente ha disposto uno specifico mandato dopo la condanna. Nel processo d’appello non sarà più obbligatorio riascoltare i testimoni già presenti in primo grado. Se l’appello non viene convocato entro due anni, il collegio difensivo può fare domanda per la fissazione immediata dell’udienza.
Cambia anche il Consiglio Superiore della Magistratura che potrebbe essere composto da 30 membri: 20 i togati (rispetto ai 16 attuali) e 10 laici (oggi sono 8). Niente sorteggio, il voto dei togati avverrà in 19 collegi definiti dal ministero della Giustizia. Sarà eletto al primo turno chi avrà la maggioranza dei voti, in alternativa si andrà al ballottaggio coi due più votati.