25 aprile. Scandurra. “Al tempo del Coronavirus la fede pare contare meno delle ideologie politiche”

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Il giornalista e saggista evidenzia paradossi incredibili al tempo del Coronavirus, in cui la fede pare contare meno di ideologie, memoria e politica.

Agenpress. “Mi domando come si possa sacrilegamente interrompere una funzione religiosa come accaduto giorni fa al povero parroco Don Lino in quel di Gallignano, nel Cremonese, quasi fosse una manifestazione di anarchici non autorizzata. E lasciare invece che il 25 Aprile a Roma, al Pigneto e a Torpignattara, simpatizzanti di certa sinistra con tanto di immancabili bandiere rosse sfilassero tranquillamente liberi per i quartieri, noncuranti dei divieti, senza guanti e mascherine”. Se lo chiede Maurizio Scandurra nella sua opinione quotidiana ad Agenpress.

“Il Paese è intento a celebrare le gesta dei partigiani nonostante il lockdown, mentre si dimentica del tutto di pensare a Dio. Che, se debitamente celebrato nel sacramento eucaristico, diventa ahinoi oggetto di verbali, multe e sanzioni da parte delle Forze dell’Ordine.

Mi domando allora: perché eguale e immediato trattamento non è stato invece riservato a certa solita sinistra disobbediente e convinta di poter fare sempre come e quando vuole? Vogliamo davvero ricordare a dovere le vittime della Resistenza? Un Santo Rosario e un atto di carità verso i poveri il modo migliore per farlo. Per far del bene alle loro anime, bisognose di suffragio e intercessione. Ma anche e soprattutto alle nostre”, osserva il giornalista e saggista.

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