Agenpress .Nell’articolo de La Stampa del 30 aprile leggo il no di Conte e alle regioni : «Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali, ma uno basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime».
Gran bel monito quello del Presidente del Consiglio ai Governatori Regionali intimando loro di non adottare iniziative in contrasto con le norme nazionali perchè altrimenti sono illegittime. Dice bene il Presidente del Consiglio , lo sa bene , in quanto oltre che Professore di diritto è anche un Avvocato e riconosce la legittimità o meno di una norma di legge.
Sfugge forse un particolare, che non può non sapere, sia quando parla di responsabilità del suo governo,circoscrivendola solamente come sola responsabilità politica quando invece sa bene che non e’ cosi, sia quando fa apparire lodevole e concreta la misura effettiva dei suoi provvedimenti che di fatto non lo sono, rispetto a quanti, non solo non hanno preso le 600 euro di marzo, ma neppure la cassa integrazione, e continuano a non avere da mangiare sebbene “reclusi a casa” sotto minaccia di sanzioni amministrative in caso di inosservanza, e sia quando parla proprio di legittimità della sua azione quando i provvedimenti che ha adottato appaiono tutti contrari non ad una norma di legge, ma alla legge fondamentale dello Stato ossia la costituzione.
Ma di cosa stiamo parlando? Chi fa il monito che esempio sta dando di legittimità?
Il potere decisionale del premier, ormai è chiaro, l’imposizione di diritto attraverso i social e i talk show televisivi, causa confusione e preoccupazione travolgendo la dignita’ del paese finito ormai nelle mani di comitati tecnici e task-force, non si puo’ uscire da un periodo di divieti e dettare regole perché la nostra Costituzione non lo prevede.
“Il fatto che il governo imponga un trattamento identico per tutte le Regioni è una cosa che non sta né in cielo né in terra”cosi come ha- dichiarato -anche il governatore della Liguria Toti.
Sta cosi collassando un mondo di garanzie, di risorse , di economia e produttivita’. Sono state poi, adottate misure di isolamento sociale, con una uniformità priva di senso, dalla provincia di Bergamo che ha contato migliaia di morti a quella di Trapani che ne ha contati fino ad oggi appena 5, senza di fatto, differenziare.
La strada che porta ad un declino inarrestabile, probabilmente, è stata già imboccata siamo in pieno regime dittatoriale
Non dimentico quando la scorsa estate Matteo Salvini chiese pieni poteri, fu attaccato duramente, mentre adesso accettiamo in silenzio i modi e i toni autoritari del premier Conte quando, in diretta per le sue solite e sempre uguali conferenza stampa detta il “nuovo ed illegittimo DPCM” e annuncia provvedimenti senza capo né coda” .
Mi sento di dare il totale appoggio e solidarietà ai deputati e ai senatori della Lega che la notte scorsa hanno protestato, occupando il Parlamento.
Il Parlamento dovrebbe essere il luogo di confronto e di dibattito, tra tutti i senatori e deputati ,ma questo diritto sembra essere da un pò di tempo decaduto,il governo ha oltrepassato ogni limite, gli italiani sono stanchi, di essere trattati come fanciulli , non riuscendo ormai neanche a “ribellarsi” a questa dittatura messa in piedi da un governo non votato neanche dai cittadini.
Dopo due mesi di lockdown e di chiusura delle attività economiche, è il momento che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, passi finalmente dalle parole ai fatti” dove per fatti si intende risposte certe a: sostegno alle famiglie previsto della finanziaria, le forme di sussidio, come ad esempio il bonus alimentare statale, cassa integrazione, i 600 euro che interessano oltre 5 milioni d’italiani a cui non e’ arrivato nulla,sostegno a professionisti e partite Iva, per non parlare poi dell’aiuto che le banche avrebbero dovuto dare alle PMI e piccole aziende, una grande beffa, ovvero la garanzia al 100%, senza valutazione, è solo per i prestiti più piccoli, fino a 25mila euro, ma il testo precisa che non si può chiedere più del 25% dei ricavi.
Quindi, chi ha ricavi sotto i 100mila euro, (e in Italia poche aziende hanno tale ricavo) riceverà si l’aiuto, ma nella proporzione del 25% dei suoi ricavi. La situazione si fa in realtà sempre più preoccupante il governo italiano, invece di assumere in maniera piena il controllo della situazione, si è chinato ai comitati tecnico scientifici e task force, paralizzando l’Italia e mettendo in luce tutte le debolezze politiche che questa Nazione ha.
Sandra Caschetto