Francesca Re David (segr. gen. Fiom Cgil): “Vogliamo sapere come verranno rinvestiti i soldi alle imprese”

AgenPress. Francesca Re David (segr. gen. Fiom Cgil) è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

“Abbiamo fatto una grande assemblea in Piazza del Popolo per mettere al centro il tema delle lavoratrici e dei lavoratori –ha affermato Re David-. Il tema del lavoro è fondamentale. Se l’industria è così importante per il Paese è necessario che in una fase del genere bisogna proteggere il lavoro e non dire che dal 17 agosto si può licenziare perché il 17 agosto il Covid non è finito.

Rivendichiamo tavoli di settore sulla siderurgia, sull’automotive, stiamo chiedendo: a che cosa servono i contributi alle imprese, come verranno rinvestiti? I lavoratori hanno sempre difeso le aziende e hanno sempre fatto di tutto per tenerle aperte, basti pensare alla Whirpool di Napoli. I finanziamenti devono servire per innovare, digitalizzare e ambientalizzare le imprese, ma anche per tutelare il lavoro perché senza i lavoratori non esiste l’impresa.

Serve intelligenza collettiva di tutte le parti in campo. Confindustria non può dire al governo: dateci i soldi e le imprese faranno da sole, perché facendo da sole hanno dimostrato di fare solo tanta finanza. Noi ci occupiamo di ammortizzatori sociali, ma decidere come si fanno politiche industriali per tenere le aziende aperte non compete al sindacato. La gente non può morire di fame perché c’è stato il Covid, allora il tema è come tu metti al centro una ripresa che ragiona sulla radice industriale e produttiva e come nella fase di crisi i lavoratori li tieni agganciati utilizzando in modo intelligente gli ammortizzatori sociali.

L’industria dell’auto va verso l’elettrico, per l’elettrico c’è bisogno di molta meno manodopera rispetto a quella attuale, quindi c’è bisogno di ripensare il modello industriale, a meno che non si voglia una società fata di disoccupati e di un’altra piccola parte che sta bene”.

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