Lavoro e disuguaglianze. Istat, il Covid le ha aumentate, soprattutto per le persone piĆ¹ fragili

Agenpress – “L’arrivo del Covid ha portato al sovrapporsi delle disuguaglianze sulle precedenti disuguaglianze del mercato del lavoro. Siccome il settore colpito di piĆ¹ in questo momento e meno tutelato dal punti di vista degli ammortizzatori sociali e della cig ĆØ quello dei servizi, a differenza di quel che ĆØ accaduto nelle precedenti crisi in cui erano industria e costruzione, ha fatto sƬ che peggiorasse la situazione delle donne e dei giovani. Giovani che ormai tra i 25 e i 34 anni ormai stanno 10 punti di tasso di occupazione sotto i livelli del 2008: 8 punti che si portavano dal periodo pre-Covid e due punti che si sono aggiunti solo con marzo e aprile. Ora anche qualcosa di piĆ¹ con il mese di maggio”.

Lo dice il direttore centrale per gli studi e la valorizzazione dell’area sociale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini.Ā  “L’epidemia si ĆØ abbattuta sulle persone piĆ¹ fragili “acuendo al contempo le significative disuguaglianze che affliggono il nostro Paese”, si leggeĀ  nel Rapporto annuale. Una prova ne sono “i differenziali sociali riscontrabili nell’eccesso di mortalitĆ  causato dal Covid-19″, con i meno istruiti maggiormente colpiti. Sul mercato del lavoro hanno risentito dell’emergenza donne e giovani, piĆ¹ presenti nel settore dei servizi, impattato dalle conseguenze del Covid. La chiusura della scuole, poi, puĆ² aver prodotto un aumento delle diseguaglianze tra i bambini in termini di ‘digital divide’ e di sovraffollamento abitativo.

Particolarmente critica ĆØ poi la situazione degli irregolari, considerando che nel settore dei servizi, rientrano la ristorazione e il turismo dove sappiamo che l’irregolaritĆ  ĆØ piĆ¹ frequente”. Quanto ai piĆ¹ piccoli, per l’Istat “la chiusura delle scuole imposta dall’emergenza epidemica puĆ² produrre un aumento delle diseguaglianze tra i bambini: nel biennio 2018-2019 il 12,3% dei minori di 6-17 anni (pari a 850mila) non ha un pc nĆ© un tablet ma la quota sale al 19% nel Mezzogiorno (7,5% nel Nord e 10,9% nel Centro). Lo svantaggio aumenta se combinato con lo status socio-economico: non possiede pc o tablet oltre un terzo dei ragazzi che vivono nel Mezzogiorno in famiglie con basso livello di istruzione”. Inoltre, “svantaggi aggiuntivi per i bambini possono derivare dalle condizioni abitative. Il sovraffollamento abitativo in Italia ĆØ piĆ¹ alto che nel resto d’Europa (27,8% contro 15,5%), soprattutto per i ragazzi di 12-17 anni (47,5% contro 25,1%)”.

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