AgenPress. La D.I.A. di Bari ed i Carabinieri della Compagnia di Policoro (MT), coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, alle prime luci dell’alba hanno catturato il cittadino albanese A.B., 36enne, sottrattosi all’esecuzione del provvedimento di custodia cautelare nel corso dell’operazione KULMI, condotta il 30 giugno u.s., nell’ambito della quale sono stati eseguiti 37 arresti e misure patrimoniali per un valore di 4 milioni di euro, tra Albania ed Italia, per traffico internazionale di stupefacenti.
Il cittadino albanese si era reso irreperibile allontanandosi dalla propria abitazione di Policoro ed aveva trovato riparo all’interno di un rifugio di fortuna lungo l’argine del fiume Agri, nascosto nella vegetazione, in una zona molto impervia dell’entroterra lucano. Qui i Carabinieri dello Squadrone Cacciatori “Puglia”, indirizzati e supportati dagli investigatori della D.I.A. di Bari e dai Carabinieri di Policoro, lo hanno scovato ed arrestato. Nello stesso contesto sono stati tratti in arresto in flagranza del reato di favoreggiamento personale altri due cittadini abanesi, S.S e S.D., 30enne e 23enne, entrambi incensurati, da tempo regolarmente residenti in provincia di Matera, responsabili di aver agevolato il connazionale fornendogli viveri di conforto e supporto logistico.
L’esecuzione dell’importante operazione internazionale della D.I.A. in Albania ed in Italia era stata possibile anche grazie alla Squadra Investigativa Comune, organismo di cooperazione giudiziaria, istituita tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, Interpol ed Eurojust (Agenzia dell’UE – con sede all’Aja – che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale).
Al termine delle odierne operazioni, A.B. è stato associato presso la Casa Circondariale di Matera a disposizione dell’A.G. barese, mentre S.S. e S.D. sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari come disposto dalla Procura della Repubblica di Matera.