Al Museo Ondarossa, il Made in Italy e le mitiche Ferrari, sono una passione vera al servizio della Cultura e della Storia

AgenPress. In questo momento di profonda crisi economica internazionale, pochi sono i valori certi su cui si basano il futuro di ogni Paese, in tema di: lavoro, formazione, cultura e impegno sociale.

Un punto di riferimento essenziale e fondamentale per noi, nella consapevolezza del merito, continua a prendere forma nella forza del Made in Italy, con la determinazione di chi impegna la propria esistenza, nella ricerca della bellezza e della sua valorizzazione.

Il concetto di Made in Italy, in ogni ambito e, specialmente nel mantenimento “dell’immagine”, resta ben saldo soprattutto nella sua concezione all’estero, dove in moltissimi casi, l’italianità è portata sul tappeto rosso e non degradata, come accade spesso nei nostri confini, a scapito della nostra millenaria storia di popolo creativo e valoroso.

Punti saldi, a livello mondiale, fortunatamente restano i nostri brand, che fanno luccicare di emozione gli occhi di tutti, soprattutto in un momento in cui lavoriamo per la loro “comunicazione” e immagine, in continuo movimento e sviluppo, con sperimentazioni esposte a enormi cambiamenti strutturali.

A un brand come Ferrari, il Made in Italy più famoso al mondo, ad esempio si perdonano anche le sconfitte, contrapponendole alle emozioni positive, perché alla bellezza puoi concedere anche gravi errori. Il disastro del Gran Premio di Stiria, con l’incidente tra Charles Leclerc e Sebastian Vettel al primo giro, ne è la prova concreta.

Se da un lato è più complicata la risalita per i punteggi di questa Ferrari 2020, dall’altro, quando noi comuni mortali abbiamo la possibilità di toccare con mano e lustrarci gli occhi, alla vista di lucidissimi e fantastici bolidi rosso fiammante, non possiamo che emozionarci e dimenticare, riecheggiando invece alla mente e alla memoria, la grande storia e la sacralità di un must eterno, andando ben oltre al presente delle competizioni e sconfitte sportive.

La visione e il racconto della storia del marchio Ferrari, Alfa Romeo e Lamborghini, accompagnati da un percorso d’eccellenza, diventano realtà con la visita al Museo “Onda Rossa”, di Caronno Pertusella, (Varese) location d’eccellenza ricavata da un ex calzificio industriale, situato a pochi chilometri dalla pista dell’Alfa di Arese, fondato e curato dall’Avvocato Pierantonio Giussani, con uno staff di professionisti e volontari.

La sua idea, partita con l’esposizione di modelli di vetture sportive italiane, prende forma nel 2015, creando un luogo capace di creare grandi emozioni ai visitatori, non solo per il contatto con i modelli delle auto, ma perché capace di portare il visitatore attraverso i valori del lavoro e della determinazione, degli uomini che hanno regalato al nostro Paese tanta bellezza e genialità.

Il Museo, (dedicato all’Ingegnere Carlo Chiti), è situato nel fabbricato costruito negli anni ’70, (esempio di recupero industriale notevole), è un centro di eccellenza italiano, ha una superficie di 1800 metri quadrati e le vetture esposte passano dalle 35 alle 40, a secondo delle manifestazioni realizzate, con una sezione dedicata al modellismo d’arte,  all’attività di progettazione, costruzione di vetture, da pista e sportive, (uniche al mondo), un’area espositiva e un ‘aula per eventi culturali, formativi e sociali.

La grande passione di Antonio Giussani, nel raccontare lo spirito della sua iniziativa, si sente nelle parole con le quali descrive la sua “creatura”, legando il cuore al concetto di “lavoro italiano” e della concezione dello stesso, che aveva ad esempio Enzo Ferrari, imprenditore e innovatore, anche nelle regole e diritti dei lavoratori, con i valori della solidarietà, della famiglia e della costruzione di una grande nazione. E’ di pochi giorni la notizia, che dimostra l’eccellenza e che prosegue negli intenti e obiettivi del fondatore della casa di Maranello, di un grande passo realizzato: la Ferrari, infatti, è la prima azienda ad ottenere la certificazione Equal Salary, la parità salariale uomo/donna a parità di mansione; un grande risultato che prosegue un percorso per la valorizzazione delle donne, delle loro competenze in ogni ambito, da quello ingegneristico al marketing e, magari… anche per essere messe alla guida, finalmente, della monoposto nei prossimi Gran Premi, non come eccezionalità ma nella normalità di una società che avanza nei diritti di tutte  e tutti.

All’avvocato Giussani, che ha realizzato una Fondazione che supporta gratuitamente i piccoli imprenditori in crisi, molto sensibile ai temi sociali e legatissimo a sua moglie (che menziona sempre con emozione), piace ricordare quando Enzo Ferrari e consorte, impegnarono tutti i gioielli al Monte di Pietà, per pagare gli operai e non far fallire l’azienda, quando ebbero un momento di grave difficoltà. “Il mio concetto di lavoro è molto legato alla solidarietà” – dice Antonio Giussani – “Un concetto che non appartiene al passato ma che ha solo bisogno di essere raccontato e risvegliato, alle nuove generazioni come a ognuno di noi, come “arte di creare arte”, fatica, sudore, delusioni e mal di testa, con azioni fatte di soddisfazioni, da condividere nel bene e nel male. Io credo che l’unico modo in cui gli esseri umani possano realizzare se stessi, sia la condivisione della dignità, della passione per ciò che si fa e l’amore per la libertà, con il supporto di quei valori che ci hanno fatto crescere, provenienti tutti da una civiltà contadina, e che hanno reso gli Italiani diversi dagli abitanti del resto del mondo”.

Con il Museo Ondarossa, messo a disposizione per realizzare raduni, eventi e anche iniziative di Formazione con le scuole, si porta a conoscenza la Storia del nostro Paese, legata ai marchi fondamentali dell’auto di eccellenza, regalando un sogno ad occhi aperti, positivo e di riflessione, vissuto per un attimo anche senza possedere i costosissimi oggetti del desiderio, simbolo di eccellenza mondiale e solo per pochi.

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