‘Ndrangheta. In manette Paolo Efrem, primo consigliere di colore di Busto Arsizio

AgenPress – Entrato in consiglio comunale con la lista Busto Grande a sostegno della candidatura a sindaco di Emanuele Antonelli, Paolo Efrem era diventato un simbolo in quanto primo consigliere comunale di colore a varcare la soglia della sala esagonale di Busto Arsizio.  Non solo, la sua elezione è stata resa ancora piĂ¹ significativa perchĂ© sostenuto da esponenti della destra storica cittadina come Checco Lattuada e Matteo Sabba.

Oggi  è finito in carcere con un’accusa pesantissima: aver agevolato con false fatturazioni una cosca di ‘ndrangheta, avrebbe avuto “stabili collegamenti” con “primari ambienti della criminalitĂ  organizzata”, e Daniele Frustillo, anche lui arrestato perchĂ© vicino alla cosca del boss Vincenzo Rispoli, avrebbe organizzato per il politico “la campagna elettorale” per le elezioni amministrative comunali.

Dei rapporti “strettissimi” tra Efrem e Frustillo ha parlato a verbale l’imprenditore Molinari, il quale ha raccontato anche che fu il secondo “ad organizzare la campagna elettorale” del consigliere.

Su Efrem, sintetizza il gip, “viene addirittura costruita una vincente campagna elettorale”. Sempre stando ai verbali dell’imprenditore, quest’ultimo “attraverso Efrem” avrebbe ottenuto anche un appuntamento “con il potente – scrive il gip – Carmine Gorrasi, all’epoca dei fatti consigliere comunale di Busto Arsizio con delega alle societĂ  partecipate”, arrestato nell’inchiesta della Procura di Milano cosiddetta ‘mensa dei poveri’ e con al centro la figura di Nino Caianiello, ex responsabile di FI a Varese. “Frustillo – ha messo a verbale Molinari – mi diceva che Efrem aveva moltissime conoscenze, anche nel settore politico, e posso riferire che fu proprio attraverso Efrem che io riuscii ad avere un appuntamento con Carmine Gorrasi per parlare della possibilitĂ  di conferire rifiuti di Smr nel forno inceneritore di Busto Arsizio”.

L’operazione di questa mattina della Dda di Milano è collegata agli arresti di un anno fa tra Lonate Pozzolo e Legnano e con l’indagine Feudo che aveva scoperchiato l’infiltrazione delle cosche nel trattamento dei rifiuti. Al centro di quell’inchiesta c’era il bustocco Matteo Molinari, titolare della Srm Ecologia una delle aziende di trattamento rifiuti compresa nell’ordinanza di custodia cautelare del tribunale di Milano che ha portato all’arresto di sei persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti.

L’indagine avviata dopo l’esecuzione della citata ordinanza ha consentito di riscontrare come la società Smr Ecologia srl, operante nel settore prima del trasporto e poi del trattamento rifiuti, gestendo l’impianto di trattamento rifiuti sito in La Guzza (CO), abbia subito, per un lungo periodo, l’infiltrazione da parte di soggetti legati alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo.

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