Coronavirus. Danni incalcolabili nel mondo del lavoro. A rischio fino a 850mila posti

AgenPress – La fine del lockdown ha significato in molti casi una conta dei danni inimmaginabile. Ben oltre la crisi del 2008 che nei cinque anni successivi ha determinato la perdita di un milione di posti di lavoro. Si pensi all’automotive che si è completamente fermato o all’edilizia. Per non dire della moda e delle collezioni perse.

“I posti di lavoro a rischio nel 2020 si possono stimare tra i 530mila e i 655mila. Questo, però, sarebbe lo scenario positivo che tiene conto dell’auspicabile proroga del blocco dei licenziamenti e della proroga a tutti i settori degli ammortizzatori sociali fino alla fine dell’anno”.

Così Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil, incrociando i dati macroeconomici contenuti nel Def 2020, l’ultimo rapporto della Banca d’Italia e le stime di crescita della Ue e dei maggiori istituti e i dati sulle comunicazioni obbligatorie riferite ai rapporti di lavoro attivati e cessati, oltre all’andamento delle aperture e chiusure delle imprese nel secondo trimestre del 2020.

“La forbice si alzerebbe tra i 650mila e gli 850mila posti. È un elenco che non finisce più, dove non dobbiamo dimenticare che a valle dei settori c’è l’indotto.  Ed è anche per questo che per noi diventa fondamentale il prolungamento degli ammortizzatori per tutti coloro che ne hanno bisogno”.

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