AgenPress – “Se il Movimento Cinque Stelle andasse alle elezioni in coalizione con il Pd, prenderebbe l’8 per cento. Infatti se fossi un dirigente del Pd farei di tutto per stare in coalizione con noi perciò rifiuto questa ipotesi”. Così Alessandro Di Battista nel libro “Perché l’Italia amò Mussolini e come ha resistito alla dittatura del virus” in uscita il 29 ottobre da Mondadori Railibri.
“Dobbiamo andare alle elezioni da soli per poi decidere con chi andare al governo. Ma un conto è fare una trattativa stando al 33%, un conto è farla con l’8%”. E quella che lei ha chiamato la Morte Nera? Chiede Vespa “E’ esattamente quello che penso. Ma parlerei di Morte Nera anche in caso di alleanza strutturale con la Lega”.
“Non sarebbe più il Movimento in cui mi ritroverei. Restare fermi a due mandati non è un’opzione, ma una regola fondativa del Movimento”, risponde Alessandro Di Battista a Bruno Vespa che gli chiede è pronto a lasciare il Movimento se si dovesse decidere per un terzo mandato anche ai parlamentari.
Nel libro di Vespa “Perché l’Italia amò Mussolini e come ha resistito alla dittatura del virus” in uscita il 29 ottobre da Mondadori Railibri, Di Battista dice che “il Movimento si sta indebolendo perché sta tornando al bipolarismo. Il M5S è nato per ostacolare il bipolarismo che è il sistema più gradito all’establishment grazie al principio della finta alternanza e della spartizione di potere con le nomine”.
“Io non farò mai nulla del genere. Io non voglio indebolire il Movimento. Lo amo troppo. Io sono grato al M5s. Gianroberto Casaleggio per me è stato un secondo padre. Con Beppe qualche volta non sono d’accordo, ma mi lega a lui il valore della riconoscenza”, dice Di Battista. Parlando della conformazione del nuovo vertice del Movimento, dice che avrebbe “preferito che si nominasse un capo politico e so che una parte del Movimento è contraria perché teme che possa io ricoprire questo ruolo. E invece io non ho mai avuto particolare interesse a farlo. Un organo collegiale non mi scandalizzerebbe, e anche qui io non ho alcun interesse a farne parte. A me interessa capire qual è l’agenda politica del Movimento per i prossimi dieci anni”.
“Oggi mi candiderei per un Movimento estraneo alle coalizioni di destra e di sinistra che si presenti da solo con un programma preciso”. A Vespa che gli chiede se pensa di lasciare il Movimento, l’ex parlamentare pentastellato risponde: “Se ne condivido il progetto resto, se non lo condivido me ne vado. E’ evidente che se il Movimento Cinque Stelle diventasse un partito come gli altri come quelli denunciati nel 1981 da Berlinguer che occupavano le istituzioni io non mi ci riconoscerei e me ne andrei”.