Conte nega il rimpasto. Recovery, sfida della vita. Cabina di regia, sei team, 50 persone ciascuno

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AgenPress – I 209 miliardi del Recovery Fund “sono per il nostro Paese la sfida della vita” e la programmazione del Piano di progetti da realizzare con i fondi Ue sarà all’insegna della partecipazione: “Ci sarà un grande confronto pubblico e coinvolgeremo tutto il Parlamento”. Lo dice Giuseppe Conte al Corriere della Sera. Il premier commenta anche le voci su un rimpasto di governo: “Non possiamo rincorrere le ambizioni di qualcuno che spera in ruoli più importanti”.

“Stiamo lavorando per impedire che il destino del Paese sia appeso alle sorti dei singoli”. Inoltre, secondo il premier, in un momento in cui il Paese dovrebbe unire le forze contro il Covid, il Quirinale non permetterebbe di sedersi al tavolo del rimpasto per “soddisfare le ambizioni di qualcuno”.

Conte smentisce le presunte tensioni con Zingaretti per la governance del Recovery: “Lo sento tutti i giorni e non è vero che non sia d’accordo sulla cabina di regia a tre. Ne avevamo parlato, c’è perfetta coincidenza”. Una cabina di regia “che riferirà periodicamente non solo al Consiglio dei ministri ma anche al Parlamento”.

Vi entreranno Roberto Gualtieri per il Pd e Stefano Patuanelli per il M5S, oltre al capo del governo. L’organo politico del Recovery si appoggerà a un Comitato esecutivo composto da 6 manager, uno per ogni progetto del Piano di ripresa e resilienza: “Persone con forti competenze e capacità di coordinamento – spera Conte – dobbiamo coinvolgere il meglio del Paese, individuando 50 nomi per ognuno dei sei team. Non per assegnare centinaia di incarichi, ma per selezionare esperti in grado di seguire passo dopo passo la realizzazione dei lavori”. La tecnostruttura “avrà poteri sostitutivi. Se un progetto ritarda o rischia di essere realizzato male, subentrano i tecnici e commissariano l’opera”.

Comunque “i progetti del Recovery richiedono rapidità di esecuzione. Non c’è nessun ritardo, siamo in dirittura finale”. Si sta anche pensando “a un comitato di garanzia, che sovrintenda all’attuazione dei progetti e verifichi che le cose stiano andando bene”. La nuova task force dovrebbe essere composta da dieci personalità “di altissimo livello”, che al premier piacerebbe fosse nominato dal Colle.

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