AgenPress – La Corte di Appello di Palermo, sezione quarta penale, con sentenza del 21 gennaio 2021 conferma la sentenza di primo grado del Tribunale di Trapani aumentando la pena della metà e condannando l’imputato, Alberto Vario, al pagamento di ulteriori spese processuali nonché alla refezione delle spese processuali della parte civile Partito Animalista Europeo.
“Le immagini sono scioccanti, si tratta di un vero e proprio canile lager quello di Buseto Palizzolo (Trapani), posto sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria a seguito di nostra denuncia. Chi ha gestito gli animali in questo modo è un criminale senza scrupoli ma il fatto ancora più grave è che il responsabile di tutto questo sia stato il coordinatore provinciale trapanese delle Guardie Eco-Zoofile OIPA, Alberto Vario. Chi avrebbe dovuto rispettare maggiormente gli animali e che avrebbe dovuto garantire la tutela degli stessi in virtù dell’incarico ricoperto di fatto si è macchiato di questo ignobile reato. Incredibilmente il presidente e rappresentante legale della OIPA ITALIA ONLUS, Massimo Comparotto, anziché denunciare anch’esso il coordinatore provinciale ha preferito querelare per diffamazione il PAE negando addirittura che il medesimo coordinatore provinciale svolgesse alcuna attività per conto o nell’interesse dell’Oipa. Lo stesso Comparotto ha affermato inoltre di avere subito danni patrimoniali di 25.000 euro a causa delle accuse indicate nella nota su Facebook “ONLUSsiani, le associazioni che lucrano sulla pelle degli animali”(
https://www.facebook.com/notes/partito-animalista-europeo/onlussiani-le-associazioni-che-lucrano-sulla-pelle-degli-animali/1711744442185404/ ). Ovviamente sia la Procura della Repubblica di Milano sia il Tribunale Penale di Milano con Ordinanza n.35614/2017 R.G.N.R. e n.20929/2018 R.G.G.I.P. hanno archiviato la querela confermando la veridicità della nota PAE” – dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli
“Anni fa fui il “solo” a denunciare un canile degli orrori a Buseto Palizzolo, vicino Trapani: cani trovati in mezzo alle loro feci, coperti di pulci e zecche, alcuni addirittura morti lasciati in mezzo ai vivi. Una scena da film horror davanti i miei occhi. Ovviamente chiesi immediatamente l’intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri, arrivati in pochissimi istanti e che ne approfitto per ringraziare ancora una volta. Questo canile era gestito dal sig. Alberto Vario, al momento della mia denuncia responsabile delle guardie zoofile dell’OIPA (cui il Comune aveva affidato la gestione di questo posto). Sì, proprio coloro che ricevendo tonnellate di soldi da tutti voi, dovrebbero occuparsi di difenderli gli animali. Appena scoperta questa agghiacciante realtà il Comune ha subito revocato la convenzione, mentre l’OIPA, notiziata sui fatti dal sottoscritto (
https://www.facebook.com/…/canile…/913683018687131/) mi ha risposto minacciando querele e richieste di risarcimento nei miei confronti, perché il suo responsabile era estraneo ai fatti.
Si è aperto il processo, a Trapani, finito con la condanna del sig. Alberto Vario per uccisione di animali (art. 544-bis c.p.). Vario si è opposto. La Corte di Appello di Palermo, non solo ha confermato la sua responsabilità penale, ma è stato anche riqualificato il fatto, che la stessa Corte ha ricondotto alla morte di animali come “conseguenza dei maltrattamenti subiti” (art. 544-ter, co. 3 c.p.). Sia in primo grado che in appello, come Partito Animalista Europeo ho seguito (e per diversi anni) tutte le udienze, e ringrazio il mio staff legale, ed in particolare l’Avv. Alessio Cugini che ha trattato entrambi i gradi di giudizio.
Qualcuno ritiene sempre che non sono un bravo animalista perché non tolgo i cani dalla strada, o non vado nei canili a pulire le gabbie, ma ritengo che oggi ho riportato l’ennesima importante vittoria, che certo non ci restituisce le povere anime morte in mezzo all’orrore, ma almeno ho salvato quelli ancora in vita e smascherato il volto di certi soggetti. Questo signore ha finito di collaborare con gli enti pubblici.
Se voi ci siete, io ci sono e non mollo di un centimetro, con la speranza di poterlo fare al più presto e con più forza, dalle aule del Parlamento italiano. E chissà se l’OIPA mi chiederà scusa…”
Dichiarazione del Capo segreteria nazionale, Enrico Rizzi.