Alitalia. Ue, “illegali” i 900 mln di euro che ricevette nel 2017 dal governo Gentiloni. Italia li recuperi

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AgenPress –  La Commissione europea ha concluso che i due prestiti statali per un importo complessivo di 900 milioni di euro concessi dall’Italia ad Alitalia nel 2017 durante il governo Gentiloni, sono illegali ai sensi delle norme Ue in materia di aiuti di Stato. L’Italia deve pertanto recuperare gli aiuti da Alitalia maggiorati degli interessi. Lo ha annunciato la stessa Commissione europea. Resta invece aperta l’indagine Ue per valutare la conformità alle norme comunitarie dell’ulteriore prestito ponte di 400 milioni concesso alla compagnia nel 2019.

Alitalia è in perdita dal 2008. All’inizio del 2017, ricorda la Commissione europea, la compagnia ha manifestato un urgente bisogno di liquidità, pur non avendo più accesso ai mercati del credito a causa del deterioramento della sua situazione finanziaria. Al fine di garantire l’operatività di Alitalia, nel maggio e nell’ottobre 2017 l’Italia ha concesso alla compagnia due prestiti di importo, rispettivamente, di 600 milioni di euro e di 300 milioni. Contestualmente, Alitalia è stata posta in amministrazione straordinaria ai sensi del diritto fallimentare italiano. Il 23 aprile 2018 la Commissione ha avviato un’indagine formale per stabilire se i due prestiti fossero conformi alle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato.

“A seguito della nostra indagine approfondita, siamo giunti alla conclusione che due prestiti pubblici del valore complessivo di 900 milioni di euro concessi dall’Italia ad Alitalia hanno conferito ad Alitalia un vantaggio sleale rispetto ai suoi concorrenti, in violazione delle norme Ue in materia di aiuti di Stato”, ha spiegato la vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, sottolineando che gli aiuti l’Italia dovrà recuperare gli aiuti da Alitalia “per contribuire a ripristinare condizioni di parità nel settore europeo dell’aviazione”. Dall’indagine dell’Antitrust Ue è emerso che, nel concedere i due prestiti ad Alitalia, “l’Italia non ha agito come avrebbe fatto un investitore privato”, in quanto non ha valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, maggiorata degli interessi.

La Commissione ha pertanto concluso che i prestiti “hanno conferito ad Alitalia un vantaggio economico sleale rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali”, configurandosi pertanto come “incompatibili”.

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