AgenPress – “Vado a parlare col giudice tutelare per attivare la Convenzione internazionale dell’Aja”.
A parlare è Aya Biran, zia paterna e tutrice legale di Eitan, il bimbo di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e vittima di un presunto rapimento due giorni fa da parte del nonno materno che lo ha portato in Israele con un volo privato, partito probabilmente dalla Svizzera.
Aya Biran è entrata in Tribunale a Pavia insieme all’avvocato Cristina Pagni per chiedere l’applicazione della convenzione dell’Aja del 1980 che prevede di assicurare il rientro del minore presso l’affidatario e il paese di residenza nei casi di sottrazione internazionale.
La famiglia paterna di Eitan fa valere il provvedimento del Tribunale di Pavia che aveva confermato nei mesi scorsi la nomina di Aya come tutrice legale del bambino. Giudice che aveva anche disposto la riconsegna del passaporto israeliano del piccolo che era in possesso del nonno Shmuel Peleg.
Lo stesso Tribunale aveva ordinato l’11 agosto il divieto di espatrio del bambino che sarebbe potuto avvenire solo con l’accompagnamento o l’autorizzazione della tutrice. “Pavia è la sua casa, Eitan è cittadino italiano”, ha detto Aya Biran, preoccupata anche per la sua salute fisica e psicologica.
Proprio grazie a quel passaporto il nonno sarebbe riuscito ad uscire dall’Italia in auto, dopo aver prelevato il bimbo dalla casa di Aya per una visita programmata, e a prendere col bambino un volo privato dalla Svizzera fino in Israele.
La Procura indaga per sequestro di persona e presto iscriverà Peleg nel registro degli indagati. L’uomo, ex militare israeliano, continua a ripetere, come gli altri familiari materni tra cui la zia Gali Peleg che è in Israele, che non avrebbe commesso “un rapimento” ma che avrebbe agito per il bene del piccolo. Peleg è assistito dai legali Sara Carsaniga, Paolo Sevesi e Paolo Polizzi.