AgenPress – Il quesito posto dal tribunale di Milano per la perizia medico-legale su Silvio Berlusconi nell’ambito del caso Ruby ter “fa riferimento esclusivamente all’accertamento delle condizioni di salute della parte interessata tali da permettere un’attiva partecipazione al processo (…), vale a dire non limitata alla mera partecipazione fisica dell’imputato all’udienza, ma anche con riguardo all’insussistenza di un eventuale ostacolo alla effettiva articolazione di una linea difensiva”.
Lo scrive il presidente del tribunale di Milano Roberto Bichi, spiegando che “né la difesa né il pm hanno proposto osservazioni sul quesito peritale”.
Ieri Berlusconi, con una dichiarazione indirizzata al presidente della settima penale Marco Tremolada, aveva contestato con parole dure la perizia e in particolare il quesito nella parte dell’accertamento psichiatrico, da effettuare, secondo i giudici assieme a quello cardiologico. E aveva detto in sostanza di andare avanti col processo “in mia assenza” e che sentiva lesa la sua “storia e onorabilità” dalla perizia psichiatrica. Oggi Bichi ha scritto una nota “in relazione alla notizia e ai commenti apparsi circa il provvedimento adottato” dai giudici col quesito il 15 settembre.
E ha spiegato che con quest’ultimo si volevano accertare “esclusivamente” le condizioni di salute, “tali da permettere una attiva partecipazione al processo” dell’imputato, “così come declinata dalla più recente giurisprudenza di legittimità sul punto”. E quindi non limitata alla sola “partecipazione fisica” alle udienze, ma anche all’accertamento di eventuali ‘ostacoli’ nella “articolazione di una linea difensiva” nel dibattimento, oltre che a stabilire se l’impedimento per motivi di salute avesse una “eventuale irreversibilita’”.