AgenPress – “Ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto”. È la risposta del Papa sulle sue condizioni di salute, durante l’incontro privato del suo viaggio a Budapest e in Slovacchia con i Gesuiti, il 12 settembre scorso nella nunziatura apostolica di Bratislava, di cui Civiltà Cattolica riporta i contenuti.
“So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”. Lo ha detto il Papa nel colloquio con i Gesuiti che si è tenuto nel recente viaggio in Slovacchia a proposito del recente intervento chirurgico cui si è sottoposto. “Fare quell’intervento – ha continuato il Pontefice – è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perchè sono in contatto diretto con i pazienti”.
Il Papa – nella conversazione pubblicata da Civiltà Cattolica e anticipata da La Stampa – ha parlato anche delle critiche che riceve. “Per esempio, c’è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro. Sì, ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare”. Alcune critiche riguardano anche la recente decisione sulla Messa in latino: “Adesso – spiega il Papa – spero che con la decisione di fermare l’automatismo del rito antico si possa tornare alle vere intenzioni di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II. La mia decisione è il frutto di una consultazione con tutti i vescovi del mondo fatta l’anno scorso. Da adesso in poi chi vuole celebrare con il vetus ordo deve chiedere permesso a Roma”.