Alfonso Sabella: “Ringrazio Mattarella ma il suo appello rimarrà inascoltato”

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AgenPress. Il magistrato Alfonso Sabella è intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta condotta dal Direttore Gianluca Fabi e Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus per commentare le parole del Presidente della Repubblica sulla necessità di una riforma della giustizia.

“Non possiamo che ringraziare Mattarella per questo appello – afferma Sabella – purtroppo si ha la sensazione di assistere a qualcosa di già visto. La riforma del sistema giustizia è qualcosa di assolutamente indispensabile la cui necessità non è arrivata adesso e neanche dopo lo scandalo Palamara. Nonostante l’emergenza, tutto è  tornato come prima della vicenda di Palamara. È stato un agnello sacrificale, il responsabile di tutti i mali da dare in pasto ai media. Le cose però sono tornate ad essere così come erano prima di questa vicenda”.

“A me emoziona sentire il Presidente della Repubblica e capo del Consiglio Superiore della Magistratura intervenire sulla necessità di una riforma mi rende felice. Sono però consapevole che questo monito cadrà nel vuoto perché nessuno vuole toccare quelle frange di potere che ci sono all’interno del sistema di cui io faccio parte”

Sabella ha spiegato quanto sia importante far parte delle “correnti” per fare carriera. “Io non sono iscritto a nessuna corrente e denuncio da sempre la deriva del sistema correntizio. Per coerenza non faccio domande per incarichi direttivi e semidirettivi perchè non ho voglia di andarmi a vendere ad una corrente o ad un capo corrente. So che se faccio una domanda senza fare quel passaggio è del tutto inutile”.

“Noi certe volte processiamo la politica per le stesse cose che fanno i magistrati. Andiamo a chiedere dieci anni di galera quando un politico mette in una ASL ad esempio un direttore piuttosto che un altro.  In magistratura si fanno le stesse identiche cose e ricordiamo che l’interesse privato in una nomina, che per il nostro codice è reato, all’interno della magistratura diventa lecito”.

“Ho visto dei comunicati dell’Associazione Nazionale Magistrati che parlano del ruolo istituzionale che svolge l’ANM. Ci si dimentica che questa è un’associazione non riconosciuta, giuridicamente vale meno di un’assemblea di condominio e ciò nonostante si arroga un ruolo istituzionale”.

Sabella spiega quali sono le conseguenze per un magistrato che non si iscrive alle correnti: “Non basta l’isolamento, ti fanno del male. In questo momento tutto il mio patrimonio è ipotecato per un debito che non c’è. Anche se ci fosse non dovrei pagare più di 56mila euro, la mia liquidazione è 4 volte tanto. Il Ministero della Giustizia mi blocca tutto perché non faccio parte di nessuna corrente. Le mie valutazioni di professionalità vengono sempre fatte per ultime perché non alzo il telefono per chiedere notizie della mia pratica”.

“Sperare che i magistrati si riformino da soli è utopistico. Purtroppo io credo che serva un trattamento chemioterapico: serve il sorteggio puro del CSM e lo dico con dolore. Serve questo per provare a mettere in ordine la magistratura. Abbiamo una buona giustizia. Il 99% dei magistrati è imparziale e amministra la giustizia in nome del popolo. Il problema non sono i magistrati ma i vertici della magistratura che conducono a certe discrasie”.

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