AgenPress – Il nuovo decreto sull’Ucraina “si occupa del livello di rischio imprevisto” rispetto al funzionamento del sistema nazionale gas.
Lo sottolinea Palazzo Chigi spiegando che “si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese”. In più “si rende immediatamente attuabile” il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”.
Se fosse necessario ridurre i consumi di gas delle centrali elettriche scatterebbe la “massimizzazione della produzione da altre fonti”, che in Italia sono essenzialmente carbone e olio combustibile, fermo restando “il contributo delle energie rinnovabili”. La riduzione del consumo di gas potrebbe interessare le centrali elettriche ma anche “il settore termoelettrico che rappresenta – spiega Palazzo Chigi – una delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas. “Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti” a Terna, gestore della rete.
Sul fronte energia, spiega infatti Palazzo Chigi a stretto giro dal via libera al provvedimento, “il decreto si occupa del livello di rischio imprevisto riguardo al normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese”.
“Il Consiglio dei ministri ha deciso di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea” a seguito del conflitto in Ucraina. “Per questo motivo” il Cdm “ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”, si apprende da Palazzo Chigi, che estende dunque lo stato d’emergenza dagli iniziali tre mesi all’intero 2022.
Stanziamento aggiuntivo di “10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali per consentire di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti”, la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di oggi, anche alla luce del fatto che una parte del flusso dei profughi ucraini “si indirizzi presso il nostro Paese come in parte già sta cominciando ad avvenire”, viene spiegato da una nota di Palazzo Chigi che ricorda come in Italia già vi sia “una cospicua presenza di cittadini ucraini, circa 250.000 persone”.
Nel decreto legge approvato è stato previsto il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri in Italia. In particolare, il provvedimento stabilisce: “un incremento di 13.000 posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai Prefetti (CAS); un potenziamento di ulteriori 3.000 posti del sistema di accoglienza e integrazione (SAI); che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale; che le disponibilità dei CAS e della rete SAI, già incrementate dopo la crisi afgana, vengano dedicate anche alle esigenze di sistemazione e accoglienza dei profughi ucraini”.
Nel decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri “è stato istituito un apposito Fondo da 500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani. Sono previsti tutti i mezzi per garantire loro il diritto allo studio, partendo dalle borse di studio”.