AgenPress – La Cina ha dato il via, alle 12 locali (6 in Italia), alle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno a Taiwan in un crescendo di tensioni in risposta alla visita sull’isola della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi. I media ufficiali ricordano che si tratta “di manovre militari e d’addestramento su vasta scala” che includono lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missilli in sei aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo, in una prova di forza dell’Esercito popolare di liberazione (Pla). Più aree sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan, oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone.
Le esercitazioni, che si concluderanno domenica a mezzogiorno, sono focalizzate sull’addestramento congiunto con sessioni di blocco, assalto di target marittimi, attacchi sulla terraferma e attività di controllo dello spazio aereo, nell’ambito di un test generale sulle capacità di combattimento e di coordinamento delle truppe, secondo un dispaccio della Xinhua. Pelosi, nel suo viaggio di meno di 20 ore, ha assicurato che la sua presenza nell’isola ha reso “inequivocabilmente chiaro” che gli Usa “non avrebbero abbandonato” un alleato democratico come Taiwan.
Il suo viaggio ha suscitato la furiosa reazione di Pechino, che ha promesso “punizioni” ed esercitazioni militari nei mari intorno a Taiwan, strozzando le rotte tra le più trafficate al mondo. Il Global Times, controllato dal Quotidiano del Popolo, ha affermato, citando vari analisti militari, che le manovre erano “senza precedenti” e che i missili avrebbero sorvolato Taiwan per la prima volta, ha aggiunto il tabloid nazionalista. Ieri l’Ufficio marittimo e portuale di Taiwan ha emesso avvisi alle navi per evitare il transito nelle aree interdette.
E il governo di Taipei ha riferito che le attività cinesi avrebbero colpito 18 rotte internazionali che della sua regione di informazioni di volo (FIR). Il ministero della Difesa, inoltre, ha riferito che le forze armate hanno sparato mercoledì notte un razzo per mettere in guardia un drone che sorvolava l’isola di Kinmen, che si trova a soli 10 km dalla città cinese di Xiamen. Pechino ha definito le operazioni militari “necessarie e giuste”, addossando la colpa dell’escalation a Usa e alleati.
“Nell’attuale circostanza sulla visita di Pelosi a Taiwan, gli Usa sono i provocatori, la Cina è la vittima”, ha commentato su Twitter la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying. Intanto, sale l’allerta a Tokyo. Le esercitazioni militari cinesi vicino al Giappone “potrebbero accelerare le discussioni già in corso sul suo ruolo in caso di contingenza taiwanese, costringendo i politici nipponici a pensare in modo più concreto a tale eventualità”, hanno riferito i media locali.